E' uno dei pilastri dell'Inter, ma dal giorno del suo approdo in nerazzurro, le cose, per la squadra, non sono andate nel migliore dei modi. Ora, dopo quattro stagioni passate da assoluto protagonista, con le sue parate a catturare le varie copertine, Samir Handanovic vuole un Inter diversa; un Inter finalmente vincente.
Il portiere sloveno che ha da poco rinnovato il proprio contratto con il club meneghino, è uno dei più esperti nella rosa di Roberto Mancini, che a meno di clamorose ed inattese offerte, potrà contare ancora una volta sui guantoni dello sloveno. Intanto, la nuova Inter targata Suning sta iniziando a prendere forma, e le prime amichevoli che vedranno i nerazzurri impegnati nell'International Champions Cup, potranno fornire le prime importanti indicazioni.
Proprio dagli Stati Uniti, dove l'Inter è giunta nella giornata di domenica in vista di questo prestigioso torneo, Samir Handanovic si è concesso ad una lunga intervista. Passato, presente e futuro; le parole di Handanovic ripercorrono quattro stagioni di Inter che sono passate velocemente, ma senza alcun trofeo da mettere in bacheca: "Queste 4 stagioni non sono andate come me le aspettavo e non sono soddisfatto. - ammette Handanovic ai microfoni del Corriere dello Sport - Se dicessi il contrario, sarei un bugiardo. Ero in una grande squadra come l’Inter, pensavo di vincere, ma non ci sono ancora riuscito. Una serie di fattori non ci hanno permesso di arrivare dove volevamo: ci sono stati due cambi di proprietà, molti giocatori che sono arrivati e poi sono partiti, una generazione di campioni che ha smesso, allenatori che sono stati sostituiti e altro ancora".
Per Samir, la ricetta del successo sta nel lavoro di squadra e nella conoscenza dei compagni: "Per formare una squadra ci vogliono 2-3 anni di lavoro tutti insieme e quando ci sono tanti cambi, i tempi inevitabilmente si allungano. Io non credo ai miracoli della notte. Sono necessari degli anni per costruire fondamenta vincenti. Champions? Pensavo di farla con l’Inter, ma rimane un mio obiettivo".
Sul fururo che lo attende al varco, 'Handa' non si sbilancia proprio come riferito lo scorso maggio. L'intenzione è quella di restare all'Inter, ma non si sa mai cosa può succedere: "E' vero, a maggio dissi che pur avendo un contratto nel calcio non si può mai sapere. Non volevo allarmare nessuno e non credo di aver detto una cosa fuori luogo. Dipende da come si vuole interpretare. Io sono chiaro, leale e sono fatto di carne e di sangue. Se rimango? Penso di sì, ma il calcio e il mercato sapete come funzionano. Non mi piace fare promesse".
Poi si concentra sulle rivali: "Juventus ancora più forte? Sì. Non voglio giudicare il mercato degli altri, ma mi limito a dire che hanno preso calciatori bravi dopo che lo scorso anno hanno vinto lo scudetto nonostante 15 punti di svantaggio accumulati dopo 10 giornate. Credo che adesso i bianconeri siano più forti rispetto a 12 mesi fa. Benatia? La Roma, il Bayern e la Juve non lo hanno comprato per caso: è un ottimo difensore e un ottimo ragazzo. Quest’ultima è una cosa importante all’interno dello spogliatoio".
Sulla stagione in procinto di iniziare, Handanovic sembra riporre grandi ambizioni: "L’Inter deve sempre puntare al massimo, ma poi bisogna vedere come finirà il mercato. Non firmo per il terzo posto perché nel calcio non si sa mai. Europa League? Anche con la lista limitata a 21 giocatori, l’Inter partirà per vincere, poi si vedrà. Se riusciremo a passare la fase a gironi la competizione diventerà bella".
Poi, prima di chiudere, Handanovic si riserva alcune parole sui nuovi acquisti nerazzurri Banega, Erkin e Ansaldi: "Sono bravi, ma i giocatori vanno visti e giudicati all’interno di una squadra. Diamo loro il tempo di lavorare e di inserirsi".
La conlcusione è lagata alla Nazionale slovena, al quale Handanovic ha detto addio: "La decisione l’ho presa e non avrò ripensamenti. C’è stato un cambio di generazione e, dopo 10 anni con la Slovenia, i miei compagni di quando ho iniziato hanno smesso quasi tutti. Io non vado lì per accumulare presenze e ho capito che era giusto dare spazio agli altri. Se la Nazionale avrà bisogno di me per un’occasione particolare nei prossimi anni, allora in quell’occasione potrà contare su di me, ma una scelta l’ho fatta".
Oblak è il futuro: "E’ umile e molto forte. Sono contento per lui e spero che si tolga tante soddisfazioni".
L'obiettivo della carriera invece, è quello di emulare Buffon, a 38 anni ancora a dettar legge tra i pali. Handanovic inquadra l'italiano così: "Secondo me Buffon dentro ha sempre voglia di giocare e di dare il massimo. A 38 anni anche io spero di essere ancora tra i pali."