"Gli sfoghi di Handanovic e Jovetic? Nessun problema, anche a noi manca la Champions. Ci sono però squadre che negli ultimi anni hanno investito 3-400 milioni ma mancano dalla Champions da più tempo di noi. Jovetic vuole giocare di più? Deve dare di più, uno come lui può garantire 15 gol e 20 assist a stagione..." Roberto Mancini respinge i malumori di spogliatoio. Lo fa senza acuire la polemica, ma con piglio deciso. Il numero uno sloveno non svela il futuro, il desiderio di Coppa incombe, Jojo invece chiede maggior considerazione. Giuste pretese, a cui però deve corrispondere un rendimento di campo. Il tecnico sottolinea le differenze con club dotati di superiore potere economico e conferma il buon lavoro della società.
L'idea è di continuare un percorso ancora nelle prime fasi. Mancini non chiude però all'addio, rimette il suo contratto nelle mani del club, tocca a Thohir scegliere a chi affidare una creatura in costruzione. Lo scorso anno un mercato intelligente - nel rispetto del Fair Play Finanziario - nella sessione alle porte altri movimenti al risparmio, in attesa di una disponibilità più consistente. Un incontro con il tycoon per dettare le linee guida da seguire, infine un moto d'orgoglio. Inter incostante, ma in grado di giocarsela, sempre, con le prime della classe.
"Ho un contratto, ma, se qualcuno non è più contento di me, lo stracciamo serenamente. Ma chiariamo che non sono uno che pretende la luna, l'anno scorso abbiamo sì preso dieci giocatori, ma anche ceduto tanti big. E infatti abbiamo chiuso in attivo. Di certo non me ne sto a casa con i soldi dell'Inter. Per essere contento io cosa serve? Devo parlare con il presidente. Capire bene come potremo muoverci sul mercato. Non mi interessa un rinnovo, non cambierebbe nulla. Ma questa squadra ha basi solide, le è mancata continuità ma contro le grandi non abbiamo quasi mai sofferto. Anche se la certezza è che almeno tre squadre sono più forti di noi".
L'annuncio della formazione titolare giunge improvviso. Una caterva di promesse nell'Inter anti-Sassuolo. Scelta oculata, per valutare prospetti interessanti in vista della prossima stagione. Big a riposo, ma l'impegno è comunque importante, chi gioca deve lanciare un segnale.
"Ma non facciamo polemiche in chiave Milan. Saremo competitivi comunque, i rossoneri possono andare in Europa League anche vincendo la Coppa Italia e io devo valutare certi giovani, capire come rispondono a certi livelli".
"Domani giocano Carrizo, D'Ambrosio, Murillo, Jesus, Nagatomo (o Telles), Gnoukouri (o Melo, che ha qualche problema), Kondogbia, Brozovic, Jovetic, Eder, Palacio"
Chiusura per due giocatori cari al tecnico. Ibra annuncia l'addio alla Francia e al PSG, Touré para le critiche dopo l'opaca prova di Champions. Il Mancio si schiera al fianco dei due, giocatori d'esperienza, in grado, ancora oggi, di spostare gli equilibri.
"Ibrahimovic è uno che fa ancora la differenza Mi sembra strano che il Psg lo lasci partire. È pure reduce da una stagione straordinaria. Touré è un giocatore del Manchester City, non credo sia facile che arrivi. Ma sottolineo che in Italia di giocatori come lui se ne sono visti pochi. Sbagliate le critiche dopo la semifinale di Champions. Non stava bene".
Fonte Gds