Una trattativa estenuante, un regista occulto, Roberto Mancini, un attore protagonista, Felipe Melo. Al tavolo delle operazioni Inter e Galatasaray, la volontà del calciatore a dirimere la questione. Un avvio in pompa magna, con Melo al centro della mediana nerazzurra, giocatore di personalità utile a sbrogliare il traffico, a respingere gli avversari. Poi un ritorno nel limbo, una prolungata assenza dall'undici titolare, fino al periodo recente, condito da qualche apparizione. 

Non ho fatto il precampionato perchè volevo lasciare il Galatasaray. All’Inter ho iniziato bene, poi ho avuto un calo fisico e psicologico. Il calcio italiano è molto diverso da quello turco, a livello tattico il più difficile del mondo. Nelle ultime partite ho giocato, e sono felice di sentirmi parte del progetto.

L'Inter occupa, al momento, la quarta posizione. Dopo i fuochi d'artificio d'andata e la crisi di ritorno, difficile chiedere di più. Un gruppo in divenire, rinnovato, pronto a giocarsi l'Europa - anche se minore - nella prossima stagione. 

Siamo una squadra in costruzione, la nostra realtà è l’Europa League. La Roma è distante da noi e può arrivare anche seconda, noi abbiamo iniziato bene e speravamo in un posto in Champions League, ma dobbiamo essere soddisfatti di tornare a giocare una competizione europea.

Il 32enne di Volta Redonda non nasconde le sue aspirazioni. Sullo sfondo il Brasile, una maglia da conquistare con un buon percorso in nerazzurro. Non c'è nessuna intenzione di troncare il rapporto con il club milanese, Melo ama città e squadra, l'Inter è la via per vestire nuovamente la divisa della Nazionale. 

Dunga è venuto qui con Gilmar, ha parlato con me e Miranda, ma è stata una conversazione informale. 

Ho tre anni di contratto e voglio restare qui. Qui sono felice e con la maglia dell’Inter voglio riconquistare la Nazionale.

Chiusura dedicata alla famiglia, parte importante del Melo calciatore. Tranquillità, supporto, un'oasi in cui alleviare le pressioni di campo e d'ambiente. 

Mi sono sposato a 17 anni e ho avuto il primo figlio da giovane. Mi sono trasferito a Porto Alegre per giocare col Gremio e ho incontrato la mia attuale moglie (Roberta), con cui ho costruito una famiglia solida. Giocare a calcio non è facile, ci vogliono passione ed emozione. Avere una donna accanto è importante anche per questo. Non è giusto dire che “dietro” ad ogni grande uomo c’è una grande donna. E’ giusto dire che “accanto” ad ogni grande uomo c’è una grande donna”.

(fonte FcInter1908.it)