Dodici punti a dividere le due squadre in classifica, dodici punti che disegnano obiettivi diversi, sogni forse. Un orizzonte europeo per l'Inter, aggrappata alla fermata Champions, rinvigorita dal mezzo passo falso della Roma all'Olimpico, un orizzonte tricolore per il Napoli, sei lunghezze sotto alla Juventus tritatutto di Max Allegri. Difficile porre la mano su qualcosa di intangibile, dare un senso di realtà a imprese al momento scolpite solo nella fantasia. Eppure i numeri concedono un'occasione, l'ultima.

Sarri approda a Milano senza Higuain (la risposta al ricorso), letale contro i nerazzurri in stagione. Mancini può sfogliare la margherita nerazzurra e dare respiro al suo genio. Uomo di fantasia, pronto allo show, di campo e di panchina. Tecnico mai incline alla norma, piuttosto all'azzardo. Non questa sera, forse. L'Inter non ha certezze tali da potersi permettere un lancio di dadi , meglio un usato sicuro, uno schieramento di pensiero, utile più che teatrale.

Tanti fili sul verde di San Siro, storie che si intrecciano, dal dibattito del San Paolo - notte di Inter vera, specie nei secondi 45 minuti - alla furente corsa in Coppa - con il dito puntato di Mancini verso Sarri - gioie alterne, ora un ulteriore passaggio di una rivalità crescente. 70-58, per la graduatoria, ma i numeri non dicono tutto.

Le formazioni

Inter

La seduta in archivio - allenamento nel tardo pomeriggio di ieri - non stravolge le idee maturate nel corso della settimana. Il 4-3-3 resta il modulo più probabile per l'anticipo di San Siro. Mancini sfida Sarri sullo stesso terreno, colloca i suoi faccia a faccia con gli avversari, un 1vs1 in ogni zona di campo. Di particolare importanza è il lavoro degli esterni d'attacco: compito doppio, attaccare i terzini di Sarri e sostenere, in fase di ripiegamento, Nagatomo e D'Ambrosio.

A centrocampo, confermato il ritorno di Kondogbia. Dopo un mese, il transalpino, stoppato di recente da guai fisici, ritrova una maglia da titolare e "appesantisce" la mediana nerazzurra, ricca della garra di Medel e del dinamismo di Brozovic.

Crescono col passare delle ore le quotazioni di Eder. L'ex Samp insegue un'occasione, a Milano un'esperienza difficile, ma Mancini sottolinea spesso l'utilità del ragazzo, aldilà della vena realizzativa. Eder è spalla a spalla con Palacio, ma è pronto al sorpasso.

Nessun quesito dietro. Miranda si ri-appropria della difesa. Sull'out, Nagatomo e D'Ambrosio come detto, Murillo completa la linea a quattro.

Napoli

L'assente illustre, in casa Napoli, è Gonzalo Higuain. Il Pipita non è della partita, quindi spazio per Manolo Gabbiadini al centro di un reparto a tre che vede sull'esterno Insigne e Callejon, con Mertens a scaldare i motori in panchina.

In mediana, chiavi del gioco nei piedi di Jorginho, ben protetto dal mastino Allan. Ampia libertà per Hamsik. Tocca allo slovacco sganciarsi per assistere i tenori d'attacco.

Il rientro di Koulibaly chiude la difesa. Il senegalese affianca Albiol, a sinistra Ghoulam, a destra Hysaj.

Le parole della vigilia

Mancini "Credo che le possibilità non siano molte ma con 18 punti a disposizione abbiamo il dovere di pensare positivo. Ora dobbiamo pensare alle ultime sei partite. La squadra inizia a delinearsi, ad avere punti fermi anche per il futuro. Mancano pedine importanti, che possano aiutare questa squadra giovane. Ma inizia ad avere punti fermi ed è fondamentale"

"Il Napoli è un'ottima squadra anche senza Higuain, che ha fatto la differenza. Giocherà Gabbiadini che è molto bravo, ci sarà da fare molta attenzione"

Qui la conferenza completa

Nessuna voce dal fronte partenopeo, prosegue il silenzio del Napoli.

La gara d'andata

Higuain e il rosso a Nagatomo, Napoli a lungo padrone del campo, poi un'Inter di cuore e un finale rovente. Ljajic ri-accende la speranza, l'undici di casa indietreggia e solo il legno - due volte - blocca Mancini. Al triplice fischio è 2-1 Napoli.