La Lazio targata Simone Inzaghi ha portato a casa i 3 punti, ed è tutta un’altra squadra rispetto quella di Pioli. La partita vera è durata 15 minuti quando il Palermo, con il suo 4-4-2, ha mostrato subito aggressività e pressing ai laziali. La Lazio è stata però brava a verticalizzare con palle lunghe sulle fasce, sfruttando la velocità di Keita e Candreva che, in sostegno a Klose, hanno seminato il panico sulla linea a 4 dei terzini rosanero. E così è stato, al decimo del primo tempo su angolo di Biglia, Klose si è svincolato dal trenino biancoceleste e ha preso la mira con un bellissimo tiro di collo destro. Dopo 5 minuti è arrivato anche il secondo sigillo del tedesco, grazie al devastante Keita  che, ieri, è stato più decisivo del solito con le sue accelerazioni. Meno preciso Candreva, che da parte sua, è stato meno attento e ha sciupato troppi tiri. La Lazio in 15 minuti ha chiuso la pratica, ed è scoppiata la contestazione dei tifosi palermitani contro la società; la partita è stata interrotta per ben due volte da Gervasoni. Fumogeni e petardi hanno rischiato di far peggiorare la situazione già precaria del Palermo. Il primo tempo è stato un vero e proprio predominio biancoceleste.

Nella ripresa stessa storia, Lazio incontenibile, passaggi mirati e veloci,  non si è persa mai in tiri inutili, ha mantenuto con facilità il possesso palla,  senza mai concedere spazi o possibilità di manovra ai siciliani, che sono apparsi disorganizzati. La differenza era così palpabile e visibile che i tifosi rosanero hanno contestato di nuovo e ribloccato per la seconda volta il match. Stop di 4 minuti, poi la partita è ripresa senza intoppi, anche se per il Palermo le cose sono precipitate con il terzo gol laziale firmato Felipe Anderson che, subentrato a Keita, su assist di testa di Klose, ha tirato di destro e decretato la fine del match.

La Lazio ha quindi mostrato un altro volto, quello che tutti volevano vedere, ma che ormai si era perso con la gestione di Pioli. Peccato sia arrivato troppo tardi e ad obiettivi ormai sfumati. Certo, è rimasta la speranza di agguantare un posto in Europa, ma la squadra biancoceleste ha comunque dei punti deboli in difesa, e c’è da dire che sciupa troppe occasioni. Il periodo buio non è stato risolto con questa partita, giocata contro una squadra in grandi difficoltà come il Palermo, che ha mostrato debolezze in difesa e si è mostrato fragile, lasciando spazio agli attaccanti laziali di poter gestire palla come volevano. A nulla sono bastati i lampi di Gilardino che si è mostrato il più pericoloso della squadra rosanero. E’ un bel segnale, invece, che questa volta la Lazio non abbia preso, ma fatto due gol nei primi 15 minuti di partita, è incoraggiante aver ritrovato la via del gol, specialmente con il bomber tedesco, ma non può essere la soluzione ad un periodo nero che non è ancora così lontano; ora Inzaghi e la squadra devono essere bravi e capaci a mantenere la concentrazione e la costanza per salvare il salvabile.