Certezze, per un obiettivo. Cinque lunghezze, non un buco da poco. L'Inter insegue la Roma, otto giornate per chiudere la stagione, la terza piazza che sfuma all'orizzonte. Resta un appiglio, numerico, di fiducia. Mancini cavalca il buon momento - due confortanti successi in A - e sceglie la via della continuità per rendere realtà una speranza. 

Contrordine netto. Si passa dall'ampia gamma di soluzioni d'andata, con la squadra pronta ad adattarsi alle esigenze e agli avversari, pronta a sorprendere fino all'eccesso, alla stabilità odierna. Camaleontica, imprevedibile, sorprendente. Una corsa veloce e fortunosa, fino alla prima posizione. Poi la crisi e il giusto ripensamento. Occorre fissare alcuni paletti, affidarsi a giocatori in evidente crescita. Oggi l'Inter ha una struttura, definita, e poggia su uno scheletro forte i suoi desideri di Coppa. 

Il modulo è il 4-2-3-1, con un'unica variante, il classico 4-3-3. Mancini sceglie la via della qualità e del sacrificio, con interpreti adeguati alle richieste del campo. Rispetto all'undici anti-Roma, certa la presenza di Icardi. Lavoro personalizzato anche nella giornata di ieri, passi avanti in attesa del rientro dopo la sosta. Con l'argentino al centro dell'attacco, a rischio Eder. La prima idea del tecnico è di riproporre la linea a tre alle spalle di un "9". Perisic, il migliore al momento, sulla corsia di sinistra. Il croato permette di strappare, creando superiorità, e al contempo di non soffrire in fase di ripiegamento. Compiti diversi per Ljajic. Adem è il giocatore di maggior talento, deve accendere l'Inter. Alle spalle di Icardi, Eder (la variante vede Ljajic in zona centrale, con Palacio o Biabiany a destra).

In mediana, Medel e Brozovic. Il cileno corre e rincorre, incarna lo spirito che non può mancare a una squadra di ritorno. Brozovic è per dinamismo e caratteristiche un giocatore unico. Dimostrazione ne è la partita con la Roma, con il croato in grado di supportare il lavoro di tamponamento di Medel e nel medesimo contesto di inserirsi in zona gol. Sua la miglior occasione della prima frazione. 

Dietro, con il ritorno a buon livello fisico di Murillo, spazio alla coppia scintillante di inizio anno - Murillo/Miranda - con sull'esterno due giocatori pronti più alla copertura che alla spinta, D'Ambrosio e Nagatomo, intercambiabili sulle due fasce. 

Il passaggio - in determinate partita - al 4-3-3 dipende dalla condizione di Kondogbia. Il transalpino, in progresso prima del piccolo intoppo pre Roma, è giocatore che piace a Mancini. La sua presenza in mezzo al campo porta all'esclusione di un giocatore d'attacco, probabilmente Eder, con Ljajic e Perisic ai lati di Icardi.

4-2-3-1: 

4-3-3:

Si parte da qui, per risalire. Difficile, non impossibile con qualche certezza.