La resa ai rigori con la Juventus - al termine di una rincorsa ricca di carattere - nobilita l'Inter, restituisce al gruppo un pizzico di fiducia utile a inseguire l'obiettivo di stagione. Da una posizione di forza, si parte ora da uno svantaggio definito, con Fiorentina e Roma un passo avanti. Ospite a InterNos, trasmissione in onda su Inter Channel, Miranda indica la via. 

"Sì, siamo ancora in corsa. È difficile ma possiamo arrivarci. Ieri abbiamo dimostrato che la squadra può farcela. Non abbiamo paura di nessuno, dobbiamo giocare con orgoglio, coraggio e cattiveria, proprio come ieri. Dobbiamo provarci, manca poco e credo che possiamo farcela. Se abbiamo giocato così con la Juventus, penso che possiamo farlo contro chiunque. Ognuno di noi deve giocare al massimo delle sue qualità".

Il centrale commenta poi il rapporto con Roberto Mancini, un patto di stima, con l'ex Atletico che supporta senza mezzi termini le idee del tecnico. 

"È un allenatore che mi ha aiutato molto come calciatore perché è un allenatore di carattere, a cui piace il bel gioco e infatti cerchiamo sempre di giocare al meglio per vincere. Darò sempre il massimo e farò sempre di più per il mister che ha fiducia in me".

Con Murillo, Miranda compone la nuova coppia centrale nerazzurra. L'esperienza del brasiliano si abbina alla esuberanza del colombiano.

"È un grande giocatore, giovane, che lavora tanto. Credo che in due-tre anni sarà il miglior centrale d'Europa. Lavora molto, cerca sempre di migliorare. Ha le qualità per essere il migliore in quel ruolo".

Fari poi sulla carriera di Miranda. Le prime "prove" al Coritiba, ad anticipare la tappa francese. Poi il passaggio al San Paolo e la crescita definitiva all'Atletico Madrid, un undici in grado di sovvertire le naturali "leggi" spagnole, di imporsi in Liga, spaventando l'Europa. 

"Al Coritiba devo molto, mi ha formato come calciatore e lì ho fatto tutta la trafila. In Francia il calcio è completamente diverso, veloce e forte. Lì ho giocato venti partite"

"Al San Paolo ho trovato tanti bravi calciatori e una buona squadra. Poi ho giocato in un Atletico fortissimo, lì ho vinto quasi tutto. Mi manca una Champions che ora devo recuperare".

L'approccio positivo con il campionato italiano. La Serie A non vive un momento di massimo splendore, ma resta ai massimi livelli in quanto a tattica e interpretazione del gioco

"Credevo fosse facile, invece è molto difficile. Qui le squadre sono molto forti tatticamente e si difendono bene. Si gioca per non perdere".

Miranda non pone preferenze di schieramento, conosce la linea a tre come quella a quattro, pronto ad adattarsi alle esigenze. 

"Dipende, se ti alleni a tre giochi a tre, se ti alleni a quattro giochi a quattro. Al San Paolo ho giocato in difesa a tre, dopo sono passato a quattro. Per me comunque è lo stesso".

Chiusura dedicata a San Siro - simbolo di storia e tradizione - e al prossimo impegno di campionato. Dopo la sconfitta dello Stadium, l'Inter attende in casa il Palermo di Iachini, crocevia ultimo per le speranze d'Europa. 

"Sì, ha qualcosa di speciale. È uno stadio bellissimo, storico. Quando si dice a un giocatore che ci andrà a giocare è una cosa bellissima. Domenica sera contro il Palermo? Spero che giocheremo come abbiamo fatto ieri, con la stessa cattiveria e organizzazione. Se giochiamo come ieri sicuramente possiamo vincere".