"Sono incazzato nero. Mancano gli attributi" questo il commento a caldo di Piero Ausilio a Sky. Sicuramente le parole del d.s. neroazzurro saranno condivise da molti dei tifosi della Beneamata.
Squadra senza grinta, scesa in campo per mantenere lo 0-0 (risultato Top per la squadra in questo periodo), con una linea difensiva apparentemente a tre con Murillo-Miranda e Jesus, in realtà a 5 con l'aggiunta dei due terzini Telles e D'Ambrosio. Addirittura a volte a 6 con Medel pronto a scalare affianco ai centrali. Approccio ultra-difensivo? Sì, esattamente.
Contro una Juventus indubbiamente più forte, l'Inter era riuscita nel primo tempo a contenere le sfuriate di Hernanes, Dybala, Mandzukic & Co. provando timidamente a farsi vedere in avanti con un eterno Palacio (uomo-ovunque, che dà sempre tutto per la maglia) ed uno spaesato ed abbandonato Icardi. Da solo contro la BBC (Barzagli-Bonucci-Chiellini), a causa dello schieramento imposto da Roberto Mancini, l'argentino ha toccato pochissimi palloni nella frazione iniziale (un errore pesante in zona gol) per poi sparire completamente dai radar nella ripresa fino al cambio, a partita ormai decisa. Impalpabile.
Un primo tempo, come detto, in cui l'Inter non aveva "sfigurato" riuscendo a resistere ed applicando un pressing altissimo sui portatori di palla di Allegri. Poi il crollo, la flessione.
Non si sa cosa possa essere successo nell'intervallo, ma la squadra è apparsa nella ripresa confusa e svogliata. Lontana parente di quella dei primi 45. D'Ambrosio, che si era proposto in avanti (anche se con continui errori) nel I° tempo, si è trasformato in uomo assist sfornando, di testa, un pallone al bacio per Bonucci che ha dovuto solamente appoggiarla in porta per il vantaggio bianconero. Un pallone che Danilo, probabilmente, nel primo tempo non avrebbe messo in mezzo, ma avrebbe lasciato sfilare sul fondo.
Il gol è stato un K.O. fisico e mentale per la banda Mancini. Felipe Melo che collezionava appoggi sbagliati in rapida successione, Medel meno Pitbull del solito, Icardi "desaparecido", Murillo frastornato. I pochi a reggere e a provarci sono stati Palacio, Kondogbia e Telles. L'argentino ha macinato chilometri su chilometri, il francese è parso in progresso, con diversi contrasti vinti, aperture buone e visione di gioco in salita. Il brasiliano poi ha dimostrato ancora una volta di avere un piede educato per i cross ed ha percorso con efficacia la fascia fino alla sostituzione con Perisic (forse per un leggero problemino fisico).
Nemmeno i cambi hanno apportato grinta ad una squadra che, vista da fuori e visto il passo della seconda frazione, sembrava in vantaggio e non costretta a recuperare un 2-0. Eder si è fatto notare solo per una conclusione su cui Buffon si è superato. Ljajic poco incisivo, Perisic un po' di più con alcune progressioni.
In generale, dunque, un squadra con poca personalità come affermato da Ausilio e da Zanetti, entrambi molto delusi e rammaricati per l'atteggiamento incomprensibile della ripresa. Tutto ciò potrebbe far pensare ad un provvedimento o ad una ramanzina (forse poco efficace a questi livelli) alla squadra. Nonostante ciò, è già ora di tornare a concentrarsi e a pensare ai prossimi impegni: Juventus in Coppa Italia (3-0 all'andata) e poi domenica sera il Palermo alla ricerca di punti per la salvezza.