La vittoria della Roma, nell’anticipo del venerdì, accende ulteriormente i riflettori sul posticipo del Franchi. Sousa e Mancini accolgono Spalletti al tavolo di Coppa, è lotta a tre per l’ultimo posto utile per la prossima Champions, con il Milan, al momento, a debita distanza. Il confronto diretto di Firenze può sciogliere diversi interrogativi sulla tenuta delle due squadre in campo. Non un periodo brillante, ma la Fiorentina entra nella gara con qualche certezza in più.
Mancini deve tener conto delle qualità dell’undici viola. Palleggio raffinato, verticalizzazioni, movimento, il calcio proposto dalla Fiorentina piace e porta risultati. La scoppola dell’andata – errori ed orrori nella mezz’ora iniziale – è il giusto campanello d’allarme in vista della partita di domani.
Alla Pinetina, diverse valutazioni in essere. Ad affiancare i canonici schieramenti – 4-3-3 e 4-2-3-1 – un più prudente 4-4-2. Il tecnico nerazzurro non esclude – almeno al via – una posizione d’attesa, per colpire la Fiorentina in ripartenza. Va in questa direzione la scelta Biabiany. Il francese può garantire un importante apporto in fase di non possesso, una sorta di raddoppio sistematico, per poi rapidamente ribaltare l’azione grazie alla sua velocità di base. Medesimo discorso per Perisic, dislocato – in questo ipotetico undici – a sinistra, un passo avanti a Telles. Il croato è in forte crescita e rappresenta un punto fermo dell’Inter attuale.
Data la scarsa presenza di mediani di ruolo – Felipe Melo è fuori per squalifica – il centrocampo a due permette a Mancini di tenersi una carta di peso – in questo caso Brozovic – da sfruttare a partita in corso, con Medel e Kondogbia a fermare, nelle fasi iniziali, l’incedere viola.
Nessun dubbio sul duo d’attacco, con Eder al fianco di Icardi. L’ex centravanti della Samp può ricoprire alla perfezione il ruolo di seconda punta. In panchina Ljajic e Jovetic, talenti meno disposti al sacrificio.
Il rientro di Miranda puntella la difesa, Murillo completa la coppia di mezzo, con Handanovic ovviamente tra i pali. Il 4-4-2 non può prescindere dalla presenza del citato Telles, perché Mancini, già “scoperto” davanti rispetto al consueto (evidente il passo indietro qualitativo senza Ljajic), deve per forza di cose affidarsi alla spinta del mancino. A destra in vantaggio Nagatomo.
Un’idea, poco più, alla vigilia di un dentro-fuori particolarmente sentito.