Che il 2016 dell'Inter portasse in seno un trend totalmente diverso lo si era capito sin da subito. Certo, per una difesa capace di prendere solo 12 gol in tutto il girone d'andata, le 11 reti delle ultime sei (coppa compresa) sono davvero troppe. Oggi lo stadio Marcantonio Bentegodi ci ha offerto uno degli spettacoli più belli di questa Serie A. Azioni e contropiedi a non finire, emozioni e palpitazioni non adatte ai deboli di cuore. I 4 gol su calcio piazzato non macchiano uno spot interessante per il nostro campionato, in pieno stile Premier League. L'Inter la sblocca subito e, probabilmente, pecca di sufficienza. Il Verona ci crede, riacciuffandola e ribaltandola in tre minuti. Il terzo gol (di Ionita) sembra spedire l'Inter nel baratro, ma l'anima di una squadra votata al sacrificio viene fuori. Il 3-3 è solo l'icona di un match in cui il pareggio non serviva a nessuno.
Il passo falso della Fiorentina, nell'anticipo di sabato, spinge i nerazzurri verso il terzo posto. Mancini suona la carica, cambiando per l'ennesima volta le carte in tavola. Dopo aver concesso i "soliti 5 nomi" in conferenza, getta del tutto la maschera: Handanovic tra i pali, conferma per Nagatomo e Telles sulle fasce. In mezzo, complice la pesante squalifica di Miranda, trovano posto Murillo e Juan Jesus. La prestanza fisica di Melo (per contrastare gli avanti scaligeri) relega in panchina Medel, con Brozovic e Kondogbia a tessere la tela nerazzurra. Attacco confermato in blocco: il fiuto del gol di Icardi, la velocità di Eder e la tenacia di Palacio. La vittoria, oggi, sarebbe fondamentale.
Gigi Del Neri ha ridato vitalità e gioco ad una squadra in caduta libera, ma sostenuta giorno e notte dai propri tifosi. Sono partiti Halfredsson e Sala, ma la voglia di chiudere degnamente la stagione è più forte di tutto. Solito 4-4-2 per gli scaligeri con Gollini (ormai punto fermo) tra i pali, Pisano Moras Helander e Albertazzi davanti a lui. Ionita e il neo acquisto Marrone fanno filtro in mezzo con Wszolek e il giovane Fares sulle corsie esterne. La coppia Toni- Pazzini regge il peso dell'età e dell'attacco sulle proprie spalle.
La cronaca del match si apre al minuto 8 e testimonia il grande approccio dell'Inter: calcio d'angolo di Brozovic, stacco imperioso di Murillo che aggiorna subito il tabellino. Bel riscatto per il colombiano che cancella in parte gli errori delle ultime partite. Tuttavia, è solo il preludio ad un quarto d'ora (e ad una partita) di fuoco. Il Verona ci crede e trova il pareggio dopo neanche cinque minuti: corner di Marrone, stacca Helander su tutti lasciando Handanovic immobile. Ne passano altri tre e i padroni di casa ci prendono gusto: altro calcio piazzato, altro stacco, stavolta di Eros Pisano che lascia (ancora una volta) interdetto il portiere sloveno. L'Inter è frastornata, Mancini è incredulo; la reazione passa dai piedi di Brozovic che , imbeccato da Icardi, calcia al volo sfiorando l'angolino. Il finale di primo tempo è caratterizzato dal nervosismo di Melo e dagli errori tecnici di entrambe le squadre, il brasiliano sarà il primo cambio all'intervallo.
Detto fatto, un irritato Mancini sostituisce il numero 83 con Perisic, passando al 4-2-4. Il suo è un tentativo disperato che, in casa dell'ultima in classifica, spera dia i suoi frutti. Il Verona segna solo da fermo e togliendo centimetri il risultato è uno solo: minuto 57, ennesimo corner di Marrone, Ionita arriva da dietro e buca un frustrato Samir Handanovic facendo 3-1. La lunetta del calcio d'angolo diventa uno spauracchio per l'Inter che, complice l'assenza di Miranda, sembra aver perso ogni certezza dietro. Tuttavia, la squadra di Mancini appare ben messa in campo e meriterebbe qualcosa in più. La reazione non si fa attendere: Mauro Icardi (criticato, poco servito, ma sempre più decisivo) sfrutta al meglio un assist di Perisic scavalcando Gollini (61'). La partita è bellissima, l'Inter si getta in avanti disperatamente ma il Verona punge in ripartenza. Dopo un'occasione cestinata da Gomez in contropiede, i nerazzurri pareggiano. Gran movimento dell'instancabile Palacio che crossa al centro, buca Icardi ma Perisic è lesto a ribadire in rete: 3-3! Gli ultimi dieci minuti saranno al cardiopalma, ma nessuna delle due squadre riuscirà a prevalere. Il palo di Eder e l'ottima occasione di Icardi (da due passi) sono le ultime emozioni di una partita giocata su ritmi infernali. Entrambe le squadre hanno dato tutto, ma la sensazione è che il pareggio non serviva a nessuno.