Non si ferma più la Juventus. Una macchina perfetta, oliata a puntino da Max Allegri, capace di mietere vittime a destra e a manca. L'Inter soffre, incassa l'1-0 di Morata ma prova a reagire, aggrappandosi all'estro dei suoi slavi. I padroni di casa, però, ostentano sicurezza in quantità industriale e se si sveglia anche il numero 9, son davvero dolori. Lo spagnolo sembra essersi scrollato di dosso tutte le pressioni accumulate nei mesi passati e gioca con una disinvoltura che pareva dimenticata. Adesso l'attacco bianconero è davvero completo.
Che non sia una sfida come le altre è facilmente comprensibile: nessuna delle due squadre ha intenzione di cedere il passo, in palio non c'è solo una finale di coppa, ma molto di più.
E allora, per l'occasione, Mancini rispolvera quasi tutti i fedelissimi in particolare dietro (dove l'Inter ha ritrovato le sue certezze) schierando Miranda, Murillo, D'Ambrosio e Nagatomo davanti all'onnipresente Handanovic. In mezzo il terzetto è tutto muscolare, con Felipe Melo, coadiuvato da Medel e Kondogbia, che torna da ex allo Stadium. Il tridente leggero e rapido è la carta scelta dal tecnico di Jesi per scardinare la difesa juventina, dentro Jovetic Biabiany e Ljajic, out Icardi (carnefice per eccellenza dei bianconeri).
Allegri risponde col solito 3-5-2 concedendo spazio a Neto (ancora a secco di parate da agosto!), Asamoah, Caceres e Morata per mettersi in mostra. L'ossatura è quella: Chiellini e Bonucci guidano l'uruguagio in difesa mentre Marchisio, Pogba e il ghanese orchestrano il tutto con Cuadrado ed Evra pendolini di fascia. Il duo Morata-Mandzukic non ha mai convinto quest'anno, ma sfrutta l'occasione per rilanciarsi.
Il match parte subito sui ritmi preventivati: squadre corte, attente a non scoprirsi ma con una gran voglia di surclassare l'avversario. La Juve, naturalmente più in salute, prova a gestire il gioco ma l'Inter non si perde d'animo provando a ribattere colpo su colpo, pur avendo meno qualità a centrocampo. Dopo soli due giri di lancette, Asamoah, pescato centralmente da Morata, calcio fuori da buona posizione. Il pressing dei nerazzurri è ben orchestratodal 'Pitbull' Medel e talvolta crea potenziali opportunità che gli avanti ospiti non sono lesti a sfruttare. E allora i padroni di casa spingono sull'acceleratore (trascinati da un ottimo Cuadrado) e reclamano un rigore al 14', quando il pallone sembra carambolare sul braccio di Medel. Tagliavento lascia correre. Ancora il colombiano, al 21', dopo un ottimo break spedisce a lato di un soffio. E' il preludio al vantaggio bianconero. Minuto 34, proprio Cuadrado servito in area da Pogba, subisce l'irruento ritorno di Murillo: l'arbitro indica il dischetto, calcio di rigore e giallo per il colombiano dell'Inter. Morata, dagli unidici metri, porta in vantaggio i suoi. Si va al riposo sul risultato di 1-0.
Nel secondo tempo la musica non cambia: un'Inter intraprendente non riesce a pungere e a trasformare la grande mole di possesso palla. D'Ambrosio e Nagatomo provano a supportare l'azione dei nerazzurri poichè i varchi centrali sono tutti ostruiti. La Juve assorbe la 'reazione' ospite al vantaggio e ricomincia a carburare: minuto 63', cross dal fondo di Evra, goffa deviazione di Felipe Melo e siluro di Morata da due passi che non lascia scampo ad Handanovic. Doppietta per l'ex Real Madrid che sembra essersi svegliato dal torpore di inizio anno ed è pronto a dare una svolta alla sua stagione. La banda Mancini subisce il contraccolpo psicologico del gol ma prova a reagire con Murillo, il cui colpo di testa indirizzato all'incrocio viene bloccato da Neto. Proprio il difensore colombiano, al 70', decreterà la fine del partita, stendendo Cuadrado (lanciato ad alta velocità) e rimediando il secondo giallo. Gli ospiti restano in dieci e dicono addio alle speranze (di qualificazione?) di riprendere il match. 8 minuti dopo, è ancora Morata ad andare vicino al tris, spedendo alto un invito di Pogba a pochi passi dal portiere nerazzurro. Tuttavia, ci pensa il neoentrato Dybala a trafiggere ancora una volta il povero Handanovic (non esente da colpe in questa occasione). Gli ultimi minuti servono soltanto da passerella finale.
La Juventus vince, convince e mette una seria ipoteca sul passaggio del turno, rendendo pressocchè formale il secondo atto di questa semifinale. L'Inter di Mancini, formato coppa, esce ridimensionata dopo la breve prova di Napoli, al cospetto dei bianconeri semplicemente più organizzati. Il contraccolpo in campionato potrebbe essere devastante, non tutto è perduto ma domenica c'è il derby... La palla passa a Roberto Mancini.