La gara di Bologna può sintetizzare l'identità della Lazio vista in campo in questa stagione. A volte rappresenta un personaggio, a volte un altro. Si mette la maschera per recitare da protagonista, poi nell'atto successivo perde credibilità e forza espressiva, in un attimo. Una Lazio che sinora ha vestito troppe maschere in campo, tanto da far sorgere il dubbio: qual è la vera natura dei biancocelesti?
Può essere quella del primo tempo di Bologna. Spenta, senza idee e senza cattiveria; slegata tra i reparti e senza un minimo di inventiva. Può essere quella del secondo tempo. Che ha recuperato il doppio svantaggio, mettendo in campo applicazione e concentrazione, voglia di vincere. Pioli lo aveva detto, la partita di Bologna sarebbe stata fondamentale: si sarebbe dovuta dare continuità. Così non è stato, perchè la Lazio ancora una volta ha dimostrato di avere due volti. Perchè è stata capace dopo la convincente vittoria con l'Inter di pareggiare in casa col Carpi e dopo andare a vincere al Franchi contro i viola.
Qualcosa di illogico c'è. E' forse una questione di mentalità. Dieci volte su venti partite giocate la Lazio è andata sotto nella prima frazione, subendo sette gol nei primi quindici minuti, esattamente il doppio nei primi quarantacinque. Pioli deve lavorare su questo, perchè la Lazio, sopratutto negli ultimi tempi, gioca e reagisce per inerzia, non riesce più ad imporsi con personalità gestendo dall'inizio alla fine l'andamento della gara. Le vittorie con Inter e Fiorentina sono arrivate perchè la Lazio non era obbligata a fare la partita, poteva giocare di rimessa sfruttando la velocità e la sua tecnica in attacco. Mentalmente era più sgombra e questo ha fatto la differenza. Se prima si poteva sfruttare il fattore campo, dopo la sconfitta nel derby la Lazio ha iniziato a faticare anche in casa. Ecco che sono infatti arrivati pareggi deludenti contro squadre come Palermo, Sampdoria e Carpi.
Il vero problema della Lazio, è la Lazio stessa. Le qualità in campo ci sono tutte per ambire a posizioni europee, la squadra, però, depressa dai risultati non corrispondenti alle ambizioni iniziali, ha perso convinzione e sicurezza. La paura ha prevalso, inibendo le qualità della Lazio. Che sinora non è riuscita a recitare da protagonista. Sporadici e troppo pochi gli applausi, per dirsi ad oggi soddisfacente la rappresentazione.