"Credo anche qualcosa in più di un passo indietro. Era una grande occasione e lo sapevamo, ma che non abbiamo sfruttato". E' uno Stefano Pioli ovviamente imbufalito quello che si è presentato in conferenza stampa nel post partita della sfida tra la sua Lazio ed il Carpi di Castori. E' bastata un'organizzazione di squadra appena sufficiente della neopromossa per imbrigliare i capitolini, lenti e macchinosi nell'impostazione della manovra. 

"Soprattutto nel primo tempo abbiamo giocato con troppo poco ritmo. Le azioni dovevano essere più tambureggianti perché dovevamo schicciare i nostri avversari. Nel secondo tempo lo abbiamo fatto ma ci è mancata la zampata e l'azione favorevole. Zero tiri? Non abbiamo trovato gli spazio giusti. Se non giochi un calcio veloce diventi prevedibile per gli avversari".

Lentezza della manovra frutto soprattutto dell'assenza di un giocatore come Lucas Biglia"Non ho problemi ad ammettere l'importanza di Biglia. Abbiamo avuto il 75% di possesso palla, ma sono mancati i movimenti negli ultimi 30 metri, che poi sono le situazioni che possono darti le occasioni da gol".

Passo falso che, dopo quanto fatto in casa dell'Inter prima della sosta, era del tutto inaspettato alla vigilia. L'allentore bolognese sprona così la sua rosa: "Dobbiamo capire cosa fare da grandi. Se giochiamo come oggi e come nel primo tempo, non possiamo pensare di recuperare le posizioni che ci competono. Se invece giochiamo all'altezza delle nostre possibilità possiamo ricominciare a correre".

Castori ha analizzato il match confermando di aver puntato tutto sulla marcatura dei due esterni. Riguardo la prevedibilità della manovra della sua squadra, l'ex Palermo e Bologna risponde così, approfondendo il discorso dal punto di vista tattico, ma non solo: "Che l'allenatore avversario dica così ci sta. Credo che abbiamo dato soprattutto troppi punti di riferimento agli avversari. Ma è anche mancata anche l'intensità. Doveva essere una grande occasione ma non l'abbiamo sfruttata".

Felipe Anderson, infine, sembra l'ombra di se stesso: spaesato, senza mordente e fin troppo abulico dopo i primi errori. "Io credo che possa fare molto di più. Lo so io e lo sa lui. Ho dovuto cambiarlo perché sono l'allenatore e devo fare delle scelte. Ma per i primi 45' credo non sia giusto andare sui singoli perché tutta la squadra doveva giocare con più ritmo e più intensità".