Giacomo Bonaventura è una delle pochissime note positive dell'intero anno solare 2015 del Milan. Arrivato dall'Atalanta in silenzio ha fatto parlare sempre più di sè per le sue ottime prestazioni.
In una lunga intervista concessa a Premium Sport da Milanello, il centrocampista del Milan parla di tantissimi argomenti. Si parte dal suo arrivo in rossonero: "La situazione è stata surreale: ero venuto a Milano per trasferirmi all’Inter, ma loro dovevano cedere un giocatore e questa cessione non si è concretizzata. Ho aspettato tutta la giornata, poi la sera è arrivata la telefonata di Galliani che mi convocava a Casa Milan. E’ stato il momento più emozionante della mia carriera calcistica: dopo tanti anni di sacrifici in provincia questa chiamata è stata la più grande gratificazione. Ed è vero: al momento della firma mi sono emozionato molto." In queste due stagioni non sono mancati assist e soprattutto gol, sempre speciali se li fai con la maglia del Milan: "Il mio pallonetto a Cagliari come quello di Savicevic al Barcellona? Quello però era in una finale di Champions… Diciamo che è stato molto bello anche il mio, anche se un po’ fortunoso. Anche il primo a San Siro è stata una grande emozione, poi contro una squadra forte come il Napoli: una serata indimenticabile."
Le voci su Mihajlovic non si sono placate neppure dopo due vittorie consecutive. Bonaventura difende a spada tratta il serbo: "Con lui ho un bel rapporto, forse non ne ho mai avuto uno simile con un allenatore specialmente dal punto di vista umano. Certo, quando c’è da spronare la squadra sa anche essere cattivo: ha grandi qualità come persona e a livello tattico cerca di darci la sua impronta. Il lavoro che stiamo facendo è giusto e penso porterà a dei risultati: pensavamo di fare qualcosa di più, ma siamo veramente uniti e lottiamo assieme per ottenere il massimo." Per i tifosi l'ex Atalanta è già un idolo: "Sono un giocatore importante: i tifosi guardano l’atteggiamento, il modo in cui uno sta in campo e io sono così. Ma io non lo faccio per attirare simpatie, semplicemente per aiutare la squadra. Non è importante per me essere considerato un leader, mi interessa dare il giusto esempio alla squadra."
In questi mesi è mancata continuità, ma Bonaventura è ottimista per il prossimo futuro: "Le ultime partite abbiamo giocato bene, mettendo sotto anche squadre importanti. Penso ci voglia tempo, il mister è arrivato da pochi mesi. I risultati stanno cominciando a vedersi, ma non è facile, l’unica cosa in cui credo fortemente è la voglia di lottare e di migliorarsi e queste caratteristiche fanno parte di questo gruppo. Sono fiducioso. Non è vero che ci sono pochi giocatori di personalità: qui c’è gente che ha vinto, che ha giocato in grandi squadre e sa come ci si deve comportare. A volte la mancanza di vittorie fa sì che le critiche riguardino qualsiasi aspetto: la poca personalità, l’allenatore, i dirigenti. Quando invece si vince si diventa tutti bravi: sono i risultati a spostare le opinioni e noi dobbiamo concentrarci sul campo per ottenerli."