Ambizioso. Erick Thohir commenta a Mediaset Premium l'operato dell'Inter. La vetta parziale della classifica nobilita l'operato in sede di mercato e certifica il lavoro svolto da società e tecnico, ma il Presidente non abbassa la guardia, il buon inizio non deve portare ad affrettate conclusioni. La Champions è l'obiettivo primario, per completare il ritorno nell'élite europea.
"Sono contento, non soddisfatto. L’Inter finalmente ha una grande organizzazione sportiva e manageriale ma per come sono fatto non posso dirmi soddisfatto perché voglio vincere di più: con la mia squadra di basket ho vinto in 15 anni 9 titoli nazionali e 2 titoli del Sud-Est asiatico. Allo stesso modo sono contento di come abbiamo costruito l’Inter, ma aspettiamo i risultati: sarò molto contento se ci qualificheremo alla prossima Champions".
Il tycoon spegne la polemica a distanza accesa dal n.1 blucerchiato Ferrero. Due personalità differenti, focoso il primo, tifoso ancor prima che Presidente, misurato il secondo, manager a tutto tondo, uomo abituato ad affari e guadagni.
"Vorrei conoscerlo: quando non conosci una persona spesso corri il rischio di farti un’opinione sbagliata, negativa. Lui sta costruendo una buona squadra e l’anno scorso ha fatto bene. Però ha una visione diversa dalla mia: io ho interessi in tutto il mondo e per farli primeggiare devo creare un management che supporti i miei ideali anche in mia assenza. I risultati mi danno ragione".
Un passo avanti anche sul fronte stadio, con Thohir e Berlusconi vicini nell'idea di ritoccare San Siro, colorare un impianto ricco di storia con una pennellata di modernità.
"Erano 2 anni che volevo incontrarlo, volevo condividere la mia visione del club con lui: possiamo lavorare assieme per fare in modo che San Siro diventi ancora la cattedrale del calcio. Nei prossimi mesi prenderemo una decisione, ma l’importante è che ci siamo capiti".
Il Fair Play Finanziario resta un vincolo tangibile. L'Inter non può spendere e spandere, ma deve far quadrare i conti. Escluse, quindi, operazioni di alto profilo nel mercato di riparazione. Importante, dopo il ribaltone estivo, consolidare il gruppo, ritoccando spazi vuoti o incompleti.
Pirlo è idea accattivante, ma la carta anagrafica cozza con i desideri di ritorno del regista azzurro. L'Inter insegue un giocatore di qualità a cui affidare la mediana, ma occorre conteggiare pro e contro.
"Siamo obbligati a rispettarlo. Sono arrivati e andati via molti giocatori, ma risultati sono stati positivi. Il fair play finanziario ci spinge a seguire questa strategia: cercheremo di rispettarlo, mantenendo comunque le promesse fatte ai nostri tifosi. Se ci sarà qualche giocatore che non ha giocato lo aiuteremo ad andare a giocare altrove. Io sono contento della squadra attuale: cambiare tanto è difficile, è importante avere un nucleo ben definito per 2/3 anni. Noi abbiamo tutti i reparti coperti, ma se ci saranno delle partenze provvederemo. Pirlo troppo vecchio? È uno di quei giocatori che adoro e rispetto. Però in questo momento, a centrocampo, abbiamo Melo, Guarin e Medel che sono sui 30 anni e altri giovani come Brozovic, Kondogbia e Gnoukouri. Bisogna bilanciare l’età media e penso che il mix che abbiamo formato sia giusto".
Chiusura sui singoli. Thohir elogia Ljajic - in bilico tra Roma e Inter, con i nerazzurri pronti al riscatto - e Icardi. Pacca sulla spalla, senza dimenticare la legge del mercato, difficile trattenere, a certe cifre, anche calciatori di enorme peso specifico.
"Ljajic? Nelle ultime partite si è dimostrato un giocatore chiave: abbiamo un’opzione con la Roma, ma decideremo a fine stagione, mentre Icardi è il miglior centravanti che abbiamo: tornerà come prima, noi crediamo in lui. Incedibile? Ausilio dice sempre che chi fosse interessato a fare un’offerta non deve presentarsi nemmeno, se non ha una montagna di soldi. Per noi è fondamentale: assieme a Perisic, Ljajic e Jovetic vogliamo formi il nucleo da tenere per il futuro".