Una serata fredda, da tutti i punti di vista. L'Inter chiude nel peggiore dei modi questo 2015, dopo una serie di risultati positivi, ora bisogna guardarsi le spalle dall'avanzata delle rivali. Lo fa da prima della classe, ma con alcune "ombre". Una partita brutta, quella di ieri sera. Per la diciassettesima volta una formazione diversa, che sin dal pre-partita ha destato molti "dubbi" nei tifosi. Analizziamoli insieme.

Difesa

Se per tre quarti della difesa si poteva stare tranquilli, Miranda e Murillo hanno fatto, alla fine della fiera, la loro partita lasciando poco spazio a Matri (poi Djordjevic) e Telles è stato molto propositivo soprattutto nella prima frazione (è calato poi nella ripresa, lasciando spazio alle cavalcate biancocelesti), non lo stesso si può dire di Montoya. Lo spagnolo dopo quattro mesi di "inattività" ha rivisto il campo dal primo minuto contro l'Udinese sfornando una buona prestazione e dando una buona impressione di sè. Dopo Udine, voci si domandavano come mai un giocatore del suo livello, non fosse mai stato impiegato prima. La riconferma è stata contro il Cagliari a San Siro, nel match valevole per la Coppa Italia, anche in questa occasione lo spagnolo non ha sfigurato, ma sicuramente l'avversario non era dei più "forti". Durante il match di ieri sera però si sono notate molte sue lacune tattiche/fisiche e "d'ambientamento alla Serie A". Poca spinta offensiva, poche chiusure, molte sbavature e palloni persi. Mancini avrebbe fatto bene a farlo riposare, schierando magari un D'Ambrosio o un Nagatomo. Nulla da dire per Handanovic (un brivido iniziale su un disimpegno) che il suo "miracolo quotidiano" lo aveva compiuto parando il rigore a Candreva, peccato per il tap-in del laziale che è valso la vittoria finale.

Centrocampo

Qui forse la nota dolente della serata. Solamente due centrocampisti scelti dal Mancio nel suo 4-2-3-1, per contrastare l'azione di Biglia-Milinkovic-Parolo. L'Inter in questa zona di campo ha sofferto per tutta la partita la superiorità tecnica dei biancocelesti, infatti l'accoppiata mandata in campo, ovvero Melo-Medel, di "cattiveria" agonistica ne ha molta, ma il livello tecnico è basso a confronto. Aggiungiamoci poi un Medel apparso fuori dagli schemi, spaesato e non un "pitbull" come al solito ed il suo compagno di reparto, anche lui, molto nervoso, impacciato, poco attento nelle aperture e negli interventi, la domanda funge spontanea: perchè non inserire un regista, dai "piedi più fini" come Brozovic (in forma dopo gli ultimi match) o Kondogbia (rientrato dopo l'infortunio)? Mancini, nel post-partita, ha detto che rifarebbe tutte le scelte, ma si è vista un'Inter "migliore", più reattiva dopo il passaggio a tre, con Brozovic a cercare incursioni ed aperture. Se avesse giocato questa carta dall'inizio, magari tenendo fuori un Felipe Melo in serata no, qualcosa sarebbe cambiato? A detta dei tifosi, molto probabilmente sì.

Attacco

Se d'Icardi non si può dire molto, 1 pallone giocabile = 1 gol, sì è mosso abbastanza, si è proposto, non si può dire lo stesso dei tre alle sue spalle. Jovetic che doveva servire il capitano, giocando sulla trequarti, si è la maggior parte delle volte intestardito nel voler cercare la giocata e saltare l'uomo partendo il 90% delle volte con le spalle alla porta. Sembra essere sparito l'elisir delle prime giornate, speriamo ritorni a breve. Non positiva la scelta dei due esterni. Biabiany, preferito ad un Ljajic in forma, è stata un'altra delle scelte azzardate e non andate a buon fine del "camaleontico-mancio". Il francese non è mai sembrato entrare in partita, ha provato alcune incursioni, si è cambiato di fascia più volte con Perisic, ma non ha mai "brillato". Medesima cosa si potrebbe dire del croato, ancora lontano parente di quello visto al Wolfsburg, per il quale Mancini ha fatto sborsare 20 milioni a Thohir. Mai propositivo, poche volte ha cercato di saltare l'uomo o prenderlo in velocità. Un tiro che è finito in tribuna, un cross sbagliato e poco più. Suo l'assist per il gol del momentaneo pareggio di Icardi, un po' poco per i 90' giocati. 

L'Inter scesa in campo ieri sera davanti a 46mila tifosi è stata la più "brutta" Inter della prima parte di stagione. Mancini ha le sue responsabilità nella scelta del modulo, degli uomini e delle tempistiche dei cambi. Felipe Melo andava cambiato il prima possibile, tutti lo avevano "intuito", invece è rimasto in campo e causa la sua "foga" ha causato un rigore all'87' e si è preso pure un espulsione per un fallaccio su Biglia. Il vantaggio sulle inseguitrici è diminuito con la seconda e la terza a -1 e la Juventus a -3. Ora la sosta natalizia, poi si riprende con il sorprendente Empoli. Speriamo che Babbo Natale porti "consiglio" e "chiarezza" a Mancini&Co, così da poter continuare la corsa per l'obiettivo stagionale, ovvero la Champions League.