Lazio e Udinese si affrontano quest'oggi, all'Olimpico, per conquistare l'accesso ai quarti di Coppa Italia. Alle 16 il fischio d'inizio dell'arbitro Damato, in campo interrogativi e dubbi, da sciogliere in una manifestazione secondaria che assume, in periodi di magra, rilevante importanza. Chi rischia è soprattutto Pioli. La mannaia dell'esonero pende sul capo del tecnico, costretto a rialzare la testa tra Udinese e Inter.
A Formello, aria pesante, aria di crisi. Il pari con la Samp - maturato nel recupero, dopo il vantaggio di Matri - aumenta lo stato d'allarme e la premiata ditta Lotito - Tare si chiude in un fitto conciliabolo per sentenziare l'operato del tecnico. Fiducia, come detto, a tempo, ma la situazione di instabilità diffusa complica il lavoro di Pioli. Difficile commentare le lacrime versate sul prato dell'Olimpico da giocatori di rango, difficile commentare la caporetto di una squadra sol qualche mese fa tra le più belle d'Italia. Non può essere solo colpa di Pioli, ma a pagare, in questi casi, è in primis il tecnico, confuso, come confuso è l'ambiente.
I cambi sulla scacchiera biancoceleste - di uomini, di modulo - sottolineano la disperata ricerca di una risposta confortante, ad oggi lontana. Dal 4-3-3 al 4-4-2, con ritorno al passato e vista su un futuro nebuloso. L'intento è chiaro, consentire a chi scende in campo di esprimersi al meglio, senza preoccupazioni. Impossibile.
Per l'Udinese, conta meno. Conta meno perchè la Coppa Italia non può intaccare quello che è l'obiettivo primario del club, la permanenza in A. Colantuono - rimbalzato al Friuli dalle carenze difensive dei suoi - non può sottrarre attenzione alla massima serie, deve quindi dosare le forze verso l'impegno di campionato. Turnover, senza mezzi termini.
Pioli non può disporre di Parolo - fermo per squalifica - De Vrij, Basta, Gentiletti, Keita, Lulic, Kishna e Marchetti, out per infortunio. Berisha in porta, difesa a quattro che vede al centro Mauricio e Hoedt, con Radu a disposizione. A sinistra Braafheid, a destra Konko. Biglia in regia, mezzali di qualità, Cataldi e Milinkovic. Matri è l'attaccante di riferimento, ai suoi lati Candreva e il rientrante Felipe Anderson. Il tecnico chiede al brasiliano un cambio di passo.
Nell'undici qui proposto, in campo Mauri con Candreva inizialmente fuori. Può essere una soluzione nella faretra di Pioli.
3-5-2 per Colantuono, che rinuncia a Di Natale e Thereau in zona offensiva. Fuori causa anche Heurtaux, Wague, Karnezis e Merkel. Meret in porta, Domizzi perno della difesa a tre, con Pasquale nell'inedito ruolo di marcatore. Sul centro-destra Danilo. In mediana, sull'esterno Adnan e Insua (Widmer), Guilherme dirige il traffico, Marquinho e Kone (Iturra) a completare il reparto. Attacco inedito con Perica e Aguirre (Evangelista).
La presenza di Felipe sposta al centro Danilo e esclude Domizzi.
Le parole di Colantuono ---> qui
Le parole di Pioli ---> qui
Udinese in corsa nell'attuale competizione fin dal terzo turno. Esordio con il Novara e rotondo 3-1 friulano. Appuntamento di prestigio al quarto turno. Di fronte due squadre della massima serie, Udinese e Atalanta. Apre Di Natale, pari di Monachello, prima dell'uno-due che decide la partita, a firma Perica - Di Natale. Per la Lazio, invece, è la prima chiamata nella corrente Tim Cup.