Ai nastri di partenza si era presentata come possibile sorpresa della stagione, ma le prime 10 gare non sono state all'altezza, addirittura peggio. Poi qualcosa di grosso è successo, il cambiamento ha giovato. Ed ora stiamo parlando di tutt'altra squadra. Il Bologna è nel pieno della sua rinascita e può cominciare a pensare in grande, perchè i risultati danno ragione agli emiliani. Da quando è arrivato Donadoni in panchina i risultati sono clamorosamente positivi: 13 punti nelle ultime 6 partite, bottino alla pari del Napoli, inferiore solo a quelle di Juventus e Inter, a quota 15.
Ma cosa è successo al Bologna? O meglio, cosa è cambiato al Bologna con l'avvicendamento in panchina tra Rossi e Donadoni? Sono stati cinque gli aspetti chiave toccati dal tecnico di Cisano Bergamasco.
1. Idee chiare e fondamentali - Il Bologna in campo non fa mai nulla di trascendentale, non cerca mai la giocata più complicata, e quando qualcuno la prova, spesso gli riesce. Donadoni è ripartito dalle basi, dall'aspetto tecnico a quello mentale. Se a questo ci sia aggiunge che la rosa è di un signor livello, le conclusioni si traggono presto.
2. L'assetto in campo, equilibrio nei reparti - Rizzo, un interno di centrocampo all'occorrenza esterno o altrettano al limite trequartista, gioca nei tre d'attacco. Uno come Ciccio Brienza, fantasia offensiva e talento sempreverde, a centrocampo. In teoria dovrebbero essere schierati al contrario, invece no. Donadoni mette l'ex Doriano in attacco per avere più muscoli, velocità, sostanza, Brienza a centrocampo per aiutare in fase di impostazione vista soprattutto la poca esperienza di Diawara. La stessa scelta di Rossettini terzino: non c'è spinta, ma c'è molto più equilibrio.
3. Mattia Destro - Destro con Delio Rossi non toccava quasi mai un pallone, era abbandonato a sé stesso, ma ci metteva del suo. Cambio di allenatore, 4 gol in 5 partite e sempre prestazioni di alto livello. Era solo una questione di sbloccarsi, una questione di fiducia e motivazione, e il Bologna ora ha di nuovo un centravanti, tra i migliori di tutta la Serie A.
4. Forza mentale - Il Bologna non si fa abbattere, ieri ha sofferto per 80 minuti prima di riuscire a vincerla nel finale. Probabilmente in tantissimi si sarebbero accontentati di uno 0-0, e sul campo del Genoa, dove il Napoli non è andato oltre il pareggio a reti bianche, sarebbe stato anche un buon risultato. Invece la fiducia e gli episodi hanno aiutato. Resta da sistemare un solo aspetto in questo senso: i troppi gol subiti nella ripresa, probabilmente una questione fisica.
5. Serenità nell'ambiente - Abbiamo imparato a conoscere Donadoni, e quando si pensa a lui come allenatore, una delle doti che viene in mente è la tranquillità che lo contraddistingue, la pacatezza, la capacità di lavorare in silenzio, senza dover fare la voce grossa e senza mai necessariamente essere appariscente, nonostante i meriti siano tanti. Il Bologna aveva bisogno di questo, Rossi non è mai riuscito ad essere sereno, e quindi a trasmettere tranquillità.
Pensare che gli emiliani possano tenere questa media punti (che sarebbe da Champions League) sembra un po' esagerato, ma a questo punto, in un campionato equilibrato dove nessuno corre troppo, si può pensare almeno all'Europa League. Prima però bisogna raggiungere quota 40 al più presto.