L'avvicinamento alla gara del San Paolo è scosso, in casa Inter, dal problema ai flessori della gamba destra accusato nella giornata di ieri da Geoffrey Kondogbia. Nelle prossime ore, maggior chiarezza sullo stato fisico del francese, un tagliando in vista dell'esame partenopeo. Si lavora a un undici privo della presenza del colosso ex Monaco e le soluzioni al vaglio del tecnico sono due.
Guarin e Brozovic si giocano l'ultima maglia in mezzo, data la presenza di Medel e Felipe Melo. Il croato garantisce maggior equilibrio, può ricoprire differenti ruoli, mezzala nella mediana a tre, esterno in una linea alle spalle del 9 di riferimento, trequartista ad ispirare la prima punta. Guarin è invece giocatore a maggior impatto fisico, più portato allo "scontro", dotato del colpo risolutore, ma spesso frenato da una latente continuità. Entrambi vanno e vengono dalla formazione iniziale, entrambi devono conquistare in via definitiva tecnico e staff.
Discorso che si trasporta anche alla zona offensiva, dove vive un ballottaggio tra Jovetic e Icardi. Mancini non può rinunciare alla duttilità di Perisic - a riposo con il Frosinone - perché l’ex Wolfsburg svolge un lavoro fondamentale in fase di non possesso, trasformando il centrocampo da 3 a 4 interpreti ed ha la capacità di ribaltare rapidamente l’azione. Medesima cosa dicasi per Ljajic, esempio di abnegazione nel periodo recente. Il serbo vive un periodo di grazia, è la scintilla che accende la manovra nerazzurra, l’input che ispira il gioco, da il là a ogni azione. In questo contesto, resta da riempire una sola casella, quella centrale e due sono le vie: si può optare per un’Inter a fanteria leggera, un frullato di movimenti e incroci - un’Inter quindi a tinta balcanica, con Jovetic a scambiare con Perisic e Ljajic - o per un’Inter più statica, con ruoli definiti e un ariete a finalizzare il gioco, Icardi. Pregi e difetti, da valutare attentamente, perché i due non sono nel miglior momento ed è quindi difficile stilare una graduatoria di preferenze. Resta una mera questione tattica, palla al Mancio.
In difesa, il dubbio riguarda, come di consueto, l’esterno. Handanovic difende i pali, al centro la doppia M, Miranda - Murillo, sulle corsie più variabili. Santon è ormai in seconda fila, Montoya sicuro partente, restano quattro interpreti per due divise. Telles - splendente nell’ultima di San Siro - retrocede, data la partita in arrivo. Le qualità offensive sono indubbie, ma al San Paolo è gara in trincea. Juan Jesus sprinta con D’Ambrosio, con Nagatomo che pare al sicuro. La rapidità del nipponico è arma da opporre ai folletti di Sarri.