Dopo anni di dominio incontrastato, con un’unica squadra al comando, il campionato di Serie A è tornato ad essere aperto e indecifrabile. Tante squadre in pochi punti, dove una vittoria in meno o in più fa davvero la differenza, la mancanza di un vero protagonista assoluto, tutto fa sì che, dopo 12 giornate, la Serie A non abbia ancora trovato il suo leader indiscusso.
Fra le tante squadre, sono però in quattro a brillare: Fiorentina, Inter, Roma e Napoli, che non solo occupano le prime posizioni e sono divise da poche lunghezze, ma soprattutto sembrano possedere la stabilità maggiore.
Concentrandosi esclusivamente sui neroazzurri e sulle loro chance di vincere il tanto agognato scudetto, è utile capire, una volta per tutte, le reali possibilità di vittoria del club milanese, tentare di rispondere insomma, alla fatidica domanda: Scudetto Inter, perché sì e perché no.
PERCHÉ SÌ- Partiamo dalle note positive. L’Inter potrebbe finalmente tornare a vincere, dopo 5 anni, per molte ragioni; nonostante il pensiero degli scettici. La squadra di Mancini è una reale candidata non solo perché in 12 giornate ha perso una sola volta, molto male è vero contro la Fiorentina, non solo perché si trova attualmente prima dopo aver battuto la Roma, ma soprattutto perché appare senza dubbio una squadra SOLIDA.
- 1. Solidità. Sebbene il bel gioco ancora non si veda, i neroazzurri impressionano per la capacità di tenere il campo per 90’ e soprattutto per la capacità difensiva acquisita, inimmaginabile se torniamo indietro alla scorsa stagione. L’Inter è infatti la miglior difesa della Serie A con soli 7 gol subiti (4 in unico match) e la sua solidità difensiva si percepisce dalla capacità di restare ludici per tutta la partita, dalla difficoltà imposta agli avversari nel tentare di segnare, e dalle prestazioni sempre sopra ogni aspettativa di ogni giocatore del reparto arretrato, Handanovic e Murillo su tutti.
- 2. Mancanza di impegni settimanali. Delle quattro candidate l’Inter è infatti l’unica a non avere impegni europei e, sebbene ora sembrino non influire sul cammino delle altre, alla lunga questo potrebbe trovarsi ad essere un grande vantaggio. Soprattutto perché, in una squadra ancora in costruzione, come è l’Inter, avere una intera settimana per lavorare sembra davvero un vantaggio. (Impensabile non creare paragoni, da questo punto di vista, con la prima Juve di Conte, e su quanto la mancanza di coppe l’abbia aiutata).
- 3. Cinismo. Sì perché, al di là di ciò che dicono tutti gli amanti del bel gioco, spuntati come funghi quest’anno, la squadra di Mancini è certamente la più cinica della candidate. Le sue vittorie per 1-0 potranno anche non piacere, ma portano punti e sicurezza, permettendo di ottenere il massimo con il minimo sforzo. Non c’è temo per specchiarsi nel proprio bel gioco, soprattutto nel campionato italiano dove non è quasi mai chi gioca meglio a vincere, ma chi si dimostra più affamato oltre che attentissimo in difesa. Per questo il settimo successo per 1-0 in casa Inter lascia ben sperare. (Anche qui è difficile non guardarsi indietro, in particolare al Milan di Capello, che della vittoria per 1-0 ha fatto il suo marchio di fabbrica, oltre che la strada per la vittoria finale, anche la sua squadra era meno macchinosa di questa).
- 4. Lavori in corso. Altro elemento che fa ben sperare sono certamente i lavori ancora in corso in casa Inter che aumentano perciò le possibilità di migliorare. La squadra di Mancini infatti è ancora in costruzione, come dimostrano le tante formazioni messe in campo, spiegate non solo dalla capacità di adattarsi agli avversari ma anche dalla ricerca di una forma sempre migliore. Inoltre sono ancora tanti i singoli che possono e devono dare di più: Kondogbia, Icardi, Ljaijc…
PERCHÉ NO- Dopo i tanti elogi è però arrivato il momento di passare alle “note negative”; i motivi per cui l’Inter non ha la possibilità di aggiudicarsi la vittoria finale.
- Sterilità. La solidità difensiva è certamente un vantaggio, ma ad essa si contrappone la sterilità offensiva: al netto dei solo 7 gol subiti, quelli segnati sono però solo 12, uno a partita appunto, segno di un attacco che ancora deve trovare la forma migliore e, prima la troverà, meglio sarà per tutti. Icardi è il simbolo di questa difficoltà nel rendersi pericolosa. Se perciò i gol non inizieranno ad essere segnati, le probabilità di restare in alto sono destinate a diminuire.
- Mancanza di bel gioco. Il cinismo è certamente una caratteristica da non sottovalutare ma, la mancanza del bel gioco lo è altrettanto. Non si può infatti pensare che i neroazzurri continuino a vincere grazie alla sola forza, prima o poi sarà necessario anche riuscire ad esprimere gioco, che vada oltre la sola solidità difensiva.
- Organico. Confrontando le rose, la superiorità di Napoli e Roma è innegabile: gli azzurri e i giallorossi possono contare, non solo su ultime stagioni di maggior livello, ma anche su una rosa più ampia, meglio costruita e insieme da più tempo. Il cantiere aperto dei neroazzurri è uno dei limiti di questa squadra che ancora deve trovare l’assetto migliore, mentre Napoli e Roma partono da una rosa già collaudata a cui sono stati aggiunti innesti di qualità e la cui panchina permette di realizzare cambi di livello. Per questo motivo sembrano essere molto più le due squadre del centro-sud le candidate ideali; anche più della Fiorentina; che ha in questo un elemento in comune con l’Inter.
- Realtà. I numeri, è vero, danno ragione all'Inter ma è chiaro che non si può fare sempre e solo affidamento su di loro. Soprattutto quando si ha a che fare con una delle squadre più imprevedibili del campionato.
Il campionato è equilibrato, i no e i si contano fino ad un certo punto, molto infatti dipenderà dalla mentalità, dalla fame, dalla grinta, dalla capacità di migliorarsi ed evolvere sempre, oltre che dalla capacità di tenere questo passo. Nonostante non impressioni, l’Inter continua a stare lì, immeritatamente secondo tanti, solo per la fortuna che sembra aver ritrovato secondo altri, semplicemente perché fa quello che gli viene chiesto, secondo i suoi tifosi.
Tifosi che la conoscono più di tutti e sanno di tifare una squadra che non ha mai fatto del bel gioco un credo assoluto ma proprio della forza e del cinismo la sua arma in più.
Il campionato è ancora molto lungo, tante partite importanti devono ancora essere giocate, se sarà scudetto, ben venga, sarebbe qualcosa di insperato e per tanto ancora più apprezzato, ma l’obiettivo concreto resta il terzo posto perché il tornare in Europa, come sottolinea sempre Mancini, resta il vero diktat e guai a fallire. Per il resto, sognare non è vietato, anzi bene venga finché può essere utile.