La Lazio di quest’anno è una creatura strana, un Giano bifronte del calcio italiano: ha 18 punti, frutto di 6 vittore e 5 sconfitte, alcune delle quali vittima di clamorose imbarcate. E’ settima in classifica, a soli 5 punti dalla Roma, che affronterà oggi in un derby capitolino mai così decisivo per la classifica che conta, ma le perplessità sul gioco e sulle continue montagne russe di rendimento proseguono. Per Pioli quello del derby è un po’ un bivio, in cui il tecnico si gioca qualcosa di più dei tre punti, e cioè un pezzo del suo futuro sulla panchina biancoceleste. Perché il derby, si sa, è qualcosa di più di una semplice partita: è La Partita, quella con la P maiuscola, in grado di stravolgere in soli 90 minuti il grado di consenso di cui gode un allenatore.

Nell’arena dello stadio Olimpico, moderno Colosseo del gioco più bello del mondo, l’allenatore ex Bologna avrà a disposizione l’organico (quasi) al gran completo, con la sola eccezione di De Vrij, operato al ginocchio e destinato ad una lunga convalescenza di sei mesi. Per sbaragliare la compagine giallorossa di Garcia, il modulo migliore sembra il 4-3-3, una disposizione che, rispetto al 4-2-3-1, consente una migliora protezione della difesa, specialmente sulle ripartenze, che sono il massimo punto di forza della Roma di Garcia, compagine che ci ha abituato alle fulminanti progressioni di Gervinho, Salah & co.

Capitolo centrocampo: torna finalmente a disposizione Marco Parolo, recuperato in extremis per il match più importante. Parolo è quello che si dice un jolly imprevedibile: bravo dalla distanza, è anche capace di ottime percussioni, che ridaranno certamente linfa alla manovra offensiva laziale, apparsa spesso un po’troppo ingolfata. A fianco a lui, pronti a partire Radu e Biglia, con l’argentino che sta dando ancora una volta un immenso contributo alla causa.

In attacco, a fianco a Klose unica punta ci saranno Candreva e Felipe Anderson, gli specchi perfetti di questa Lazio di alti e bassi: nonostante siano spesso decisivi, l’impressione che si ha è quella che potrebbero sempre fare qualcosa di più. E quindi, pronti a subentrare Kishna e Keità, sostituti di indubbio livello.

La Lazio arriva al derby dopo la vittoria infrasettimanale in Europa League contro il Rosenborg, in Norvegia: un avversario modesto, ma che lascia comunque il morale alto. Vincere il derby potrebbe aprire ai biancocelesti la strada della remuntada sui più odiati rivali, che al momento si distanziano da loro per cinque punti; ma attenzione: una sconfitta significherebbe cadere nel baratro. Non sono permessi passi falsi.