Lazio, laurea europea

La squadra di Pioli, in inferiorità numerica per oltre 80 minuti, respinge il Rosenborg e allunga in classifica.

Lazio, laurea europea
Lazio, laurea europea
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Di Johnathan Scaffardi

La tranquillità con cui Candreva ribadisce in rete l'errore dal dischetto dice della forza della Lazio. L'esultanza violenta di Pioli ne testimonia il carattere. Degna chiusura è, infine, la parata di Berisha, che lascia alla squadra biancoceleste due lunghezze di vantaggio.

Una notte per cuori forti che accentua la consistenza della Lazio, senza nasconderne i limiti. Una manciata di minuti, il destino si capovolge. La Lazio, famelica, sbatte sul palo - Hoedt - e sulla traversa - Mauri - poi, su un semplice rilancio, cade. Mauricio svirgola l'aggancio, dando vita ai cattivi presagi precedenti e tenta, vanamente, un recupero in scivolata. Aggancio e rosso. L'Olimpico ribolle. Il piano tattico si inverte, il Rosenborg prende il pallino del gioco, la Lazio diventa squadra d'attesa e controfuga.

La prima vittoria di Pioli è nel cambio. Dentro Gentiletti per ricostruire la linea a quattro, fuori Onazi, l'unico interditore, Mauri abbassato in mediana. Un segnale ai suoi e agli avversari, si gioca anche in 10. Il vantaggio è frutto del talento di Candreva - carezza d'esterno in profondità - e dell'anima da centravanti di Matri, pronto a sfruttare la sua serata.

Berisha è attento, la Lazio, dietro, non sempre. Il raddoppio, a inizio ripresa, è splendido, perchè frutto del gruppo. Si sceglie la soluzione migliore, F.Anderson incrocia ed è festa. La reazione del Rosenborg è ovvia, pali e miracoli, fino a Soderlund, un colosso sgraziato che fa impazzire Gentiletti. Stacco imperioso. Qui Pioli, con diversi effettivi sulle gambe, deve per forza sacrificare la fase offensiva. Spazio a Lulic.

Il bosniaco alleggerisce con qualche sgroppata, ma è di Radu la soluzione all'enigma, scappa in area e cade a contatto con De Lanlay. Penalty, Candreva come detto, in due tempi. Bella la Lazio, nel suo incedere d'attacco. Poche soluzioni, ma sempre utili, efficaci, portate a compimento. Tre punti che allontanano il Dnipro e cancellano Reggio Emilia. Nella serata delle assenze e dei cattivi presagi, una spallata convinta ai detrattori, in attesa di una cerniera difensiva più solida.