Sassuolo e Lazio a 15 punti appaiate. Gli emiliani hanno la meglio sulla squadra capitolina, che priva di Biglia, Parolo e De Vrij su tutti, non riesce ad imporsi su un campo difficile come quello del Mapei Stadium. Il Sassuolo, che in casa non ha ancora perso in stagione (due vittorie e due pareggi) porta a casa una vittoria che lo lancia tra l'elite del campionato, a meno due dalla Roma e dall'Inter, meno tre dalla Fiorentina capolista.
1) Se ad impostare ci pensa Onazi...
Non me ne voglia il nigeriano, ma penso che anche lui, quando Pioli negli spogliatoi gli ha annunciato il cambio, abbia compreso la scelta del suo allenatore. Un giocatore che fa della corsa e dell'intensità agonistica il suo forte, non può dettare i tempi di gioco in una squadra come la Lazio abituata a far circolare la palla ad alta intensità. Onazi durante la gara è palesemente fuori giri: commette falli e sbaglia appoggi abitualmente. C'è da dire che si sente la differenza a giocare al fianco di Biglia invece che di Cataldi. Il giovane nazionale Under 21 non è meno esente da colpe di quanto non lo sia il suo compagno di squadra; sopratutto perchè sarebbe dovuto essere lui il vero coordinatore della squadra, non Onazi. Cataldi è troppo semplice e banale nel suo gioco. Non azzarda mai una giocata, appoggiando troppe volte sul terzino o addiruttura sul centrale di difesa: non si assume responsabilità. Questa mancanza di personalità e di qualità a centro campo si fa sentire incide molto sull'andamento della gara. Onazi viene sostituito dopo 45 minuti, Cataldi condirà con un espulsione la sua innocua prestazione. Il campo, come sempre, è il giudice più affidabile.
2) Arbitro insufficiente
Marco Guida non si può dire che abbia gestito al meglio l'arbitraggio. Sono discutibile le sue scelte sul metro di giudizio adottato per l'estrazione dei cartellini gialli, inoltre assegna un rigore inesistente al Sassuolo al 7' minuto del primo tempo e sul finale esagera con l'espulsione di Cataldi. La Lazio recrimina a fine partita, Pioli ne dice quattro al quartouomo al termine della gara, poi finisce il discorso in conferenza stampa. Un arbitraggio, quello di Guida, non digerito dai biancocelesti, che non hanno brillato, ma che nelle scelte arbitrali sono stati effettivamente danneggiati. Se notate, sul fallo (giudicato tale da Guida) di Lulic su Cannavaro, il bosniaco allarga sì la gamba, ma la lascia ferma dopo che il difensore del Sassuolo si allunga la palla; inoltre Cannavaro prima della caduta compie un mezzo passo in avanti prima di cadere, ingannando pertanto sia Guida che l'arbitro di porta. Pioli, oltre alle già note assenze pesanti, contro il Torino si troverà senza Cataldi, che per un semplice scontro aereo spalla contro spalla è stato espulso (doppia ammonizione); il numero 32 giocherà titolare giovedì contro il Rosenborg, nella partita di Europa League.
3) La mobilità del tridente nero verde
Non lo notiamo di certo con la partita di ieri, ma Sassuolo-Lazio ne è stata ancora una conferma: la vera forza del Sassuolo è il tridente offensivo. Ieri non era disponibile dal primo minuto Defrel, allora dentro Falcinelli, preferito a Floro Flores e a Floccari; è tornato Berardi che si riprende il posto, con Sansone interagisce a meraviglia; per Floccari, invece, è difficile trovare spazio. Tanta abbonzanza, tante scelte per De Francesco, tanta qualità. Quest'ultima ieri si è vista: il Sassuolo aveva impostato la partita sulle ripartenze veloci, sapendo che la Lazio si sarebbe potuta scoprire quando attaccava. I tre davanti hanno avuto più compiti di pressing che di copertura, quindi sono stati liberi di svariare sul fronte d'attacco in fase di non possesso. Gli altri sette giocatori pensavano a difender e appena recuperato il pallone servivano il tridente, che con tagli, sponde e attacchi nello spazio, tutto in velocità, ha spesso sorpreso i lenti Mauricio e Gentiletti. Poi Pioli aveva azzardato nello schierare Lulic e Basta in difesa, giocatori che tendono a spingere sulla fascia più che a mantenere le posizioni. La Lazio, quindi, più volte è andata in apnea dietro, mostrando ancora una volta quanto a quel reparto manchi un leader come Stefan De Vrij. Più equilibrio da parte di Pioli, comunque, non avrebbe guastato.