Minuto 93' di Albania-Serbia, gara valida per le Qualificazione a Euro 2016: fuga in contropiede, difensore a terra, tocco sotto a superare il portiere. 0-2. Poco prima, minuto 91', aveva offerto un assist al bacio sui piedi di Kolarov per il gol del vantaggio serbo. In soli quattro minuti la stagione di Adem Ljajic potrebbe aver trovato la sua svolta.
Arrivato all'Inter in pompa magna allo scadere della sessione estiva, Ljajic è ben presto diventato un rebus difficilmente risolvibile per allenatore e tifosi: una presenza da titolare in campionato (col Verona ndr) e pochi minuti domenica scorsa con la Samp. Stop. L'inizio di stagione a tinte nerazzurra si ferma qui, con poco più di 60' giocati e zero lampi. A Marassi è stato addirittura scavalcato nelle gerarchie dal rientrante Biabiany e dal giovane Manaj, segno che Mancini stenta ancora a fidarsi di lui.
Eppure è stato l'allenatore stesso a dichiarare che il suo acquisto gli avrebbe concesso variabili tattiche importanti, potendo varare così diversi moduli: non è un mistero che, con l'arrivo suo e di Perisic, il tecnico Jesino volesse far decollare il gioco sulle ali, portando quel 4-2-3-1 (o 4-3-3) con cui ha fatto le fortune di Manchester City prima e Galatasaray poi. Di fatto, avendo avuto a disposizione la rosa completa solo a campionato iniziato, Mancini non è ancora riuscito a lavorare a fondo sulle proprie idee, ripiegando spesso su schemi e schieramenti utilizzati nella passata stagione e adattando Perisic a fare il trequarstista, ruolo non esattamente ideale nonostante la grande adattabilità del croato.
L'infortunio di Jovetic sembrava aver rilanciato le sue quotazioni e, proprio per questo motivo, le ultime esclusioni hanno fatto ancora più rumore. Quello che si chiedono gli addetti ai lavori è se il problema sia da ricercare nelle condizioni fisiche o in un atteggiamento non sempre all'altezza da parte del giocatore che ha trovato sulla sponda nerazzurra un'altra chance per rilanciarsi dopo l'ultima non brillantissima stagione a Roma.
Talento cristallino e carattere fumantino, esploso a Firenze e consacratosi come uno dei migliori talenti della Serie A nella sua prima stagione nella capitale, Ljajic ha sempre subito alti e bassi che non gli hanno ancora permesso di affermarsi completamente.
La pausa della nazionale sembra (finora) avergli portato giovamento sia sotto il profilo dei minuti giocati (90' nella prima partita) sia mentalmente, permettendogli di ritrovare un pò di quella fiducia che è sembrata mancargli nelle prime uscite con l'Inter. La sosta potrebbe quindi rimandare alla Pinetina un giocatore rigenerato e finalmente pronto a prendersi il palcoscenico a suon di buone prestazioni. Domenica prossima c'è la Juve in casa, non una partita qualunque, e quale occasione migliore per convincere il popolo nerazzurro delle proprie qualità?