Sono passati ormai sette mesi da quel maledetto 15 marzo e da quell'infortunio al ginocchio, ma ora Dodò è pronto a tornare. Fino ad ora solo 45 minuti con la Primavera, contro l'Hellas Verona, ma le sensazioni sono positive.
"Devo dire tanti grazie: ai dottori Casalini e Volpi, a tutto lo staff dell'Inter, tutta la società e il Mister. E poi ovviamente a familiari e amici. Ora finalmente sono disponibile per la squadra". Quella che Dodò ritrova è un'Inter molto cambiata e con rinnovate prospettive: "Ora siamo molto forti, con molta fisicità e altrettanta qualità. Soprattutto abbiamo tante scelte, anche in attacco. Siamo una rosa capace di giocarsela fino alla fine". Secondo posto in campionato dopo sette partite, a soli due punti dalla capolista Fiorentina e con cinque vittorie in altrettante partite di campionato: "Vogliamo lottare per stare in questa posizione, penso che ci potremo rimanere fino alla fine. Il campionato è cominciato nel migliore dei modi, è un bene anche per la gente".
Un Dodò, quello che ha incontrato oggi i giornalisti, che sposa in pieno il progetto Inter e che vuole tornare protagonista: "Non c'è mai stata la possibilità di andare via e la società non me ne ha mai parlato. Ho saltato le vacanze perché ero concentrato sul mio recupero, il mio pensiero è sempre stato quello di rimanere all'Inter". Un' Inter in cui ora il suo più grande rivale per una maglia da titolare sulla corsia di sinistra è il connazionale Alex Telles: "Siamo molto simili, è molto bravo nella fase offensiva e come me deve migliorare in difesa. Per noi la tattica italiana è molto importante, stare qua ci aiuta a crescere. In ogni caso sarà il Mister a decidere chi può aiutare di più la squadra, io però voglio riconquistare il posto da titolare e anche la maglia della nazionale".
E starà proprio a Mancini ora decidere quanto Dodò sia utile alla causa nerazzurra, ed eventualmente dove schierarlo: "Del mio ruolo non abbiamo ancora parlato. Prima era importante tornare disponibile, ora parleremo. Sono motivato, voglio giocare e mettere in difficoltà il Mister. Mancini è diretto e sincero, chi gioca poco deve essere pronto, farsi trovare preparato e sfruttare l'opportunità. Poi che siano 5 o 90 minuti io darò il massimo".