All'ufficialità dell'arrivo di Perisic all'Inter si aprì un piccolo dibattito in casa nerazzurra e non: con che modulo giocheranno i nostri? Si parlava di 4-3-3, con il nuovo arrivato a sinistra. Ma a quel punto saremmo stati costretti a vedere un Jovetic decisivo fino ad allora allontanarsi dalla porta, sull'altare di un sistema tattico che potesse sopportare i tre principali uomini offensivi dell'Inter. Si era ipotizzato il 4-2-3-1, con Perisic a sinistra, Jovetic adattato al ruolo di trequartista, Icardi di punta ed a destra? Eh, a destra chi ci incastri? Biabiany? E' presto. Ljajic? Non propriamente un giocatore portato alla fase difensiva, è più un fantasista anarchico.

Alla fine ci si è collettivamente mossi verso il 4-3-1-2, con buona pace di Ivan Perisic, il vero sacrificato dell'iniziale rombo con cui è cominciata la stagione dell'Inter. Ed infatti con Milan e Chievo il croato non si è fatto granché vedere, così come con il Chievo - quando ha giocato da ala nel 4-3-3, ma a destra - e con la Fiorentina, quando in preda ad un inspiegabile raptus tattico autolesionista Mancini l'ha schierato in posizione di simil-terzino destro. Boban in trasmissione redarguisce Mancio:

"Perché Perisic lì?"
"Credevamo potesse costringere Marcos Alonso a stare basso (da esterno destro del 3-5-2, n.d.r.)"
"Ma quello non è il suo ruolo..."
"Veramente oggi è la prima volta che gioca nel suo ruolo", la risposta di Mancini. A cui segue eloquente espressione di Boban.

A Zvone sarà spuntato un sorrisone quando un'Inter inconcludente si trova sull'1-0 a Genova contro la Samp ed inserisce Biabiany per Kondogbia. Ciò comporta un passaggio al 4-2-3-1, con Ivan Perisic finalmente nel suo ruolo vero, da ala sinistra. Da quel momento in poi il croato cambia faccia, diventa un satanasso e nel giro di mezzora crossa 4 volte, tira 3. E' ben altro giocatore ed il gol che sigla per l'1-1 finale è solo la punta dell'iceberg.

A fare bella impressione, dopo altri spezzoni più che decenti, è Biabiany, che a destra sembra ormai a livelli buoni abbastanza da essere riproposto come titolare. Il francese può cambiare passo facilmente, creare superiorità ed ha una buona dose di gol nel sangue. Cose più importanti però sono l'umiltà ed il sacrificio: l'ex Parma sarà in grado di sobbarcarsi il lavoro difensivo che comporta la proposizione di un 4-2-3-1 dal primo minuto, e non dal 65°? Ce la farà sopratutto considerando il modulo che sarà quasi un ibrido fra 4-2-3-1, appunto, e 4-4-2, con Jovetic seconda punta/trequartista? Mancini ci sta lavorando. A maggior ragione dopo aver avuto solamente risposte non sufficienti da Guarin e Kondogbia, sempre titolari e quasi mai sopra la sufficienza. Sacrificare uno dei due (o magari entrambi, con Medel, in coppia con Melo, di nuovo a centrocampo una volta recuperati appieno Murillo e Miranda) per trovare nuove risorse offensive e potersi finalmente godere un Perisic nel suo ruolo assomiglia ad un orizzonte davvero prossimo.

Da leggere anche due situazioni che potrebbero svilupparsi potivamente con il 4-2-3-1: quella di Dodò e quella di Kondogbia stesso. Il brasiliano nel marzo scorso fu costretto a chiudere prematuramente la propria stagione. Lacerazione del menisco ed addio sogni di gloria. Perché il futuro del laterale brasiliano potrebbe essere letto in maniera lieta in chiave 4-2-3-1? Perché Mancini, prima di perderlo, l'anno scorso soleva utilizzarlo da esterno alto, che fosse 4-1-4-1, 4-2-3-1 o 4-3-3. Veniamo a Geoffrey, che nel 4-2-3-1 vedremmo a centrocampo. Il francese ex Monaco non è nuovo a quelle posizioni e c'è chi assicura che da mediano puro, sgravato da compiti offensivi, sia migliore di quello visto finora.

Scorrendo la rosa dell'Inter, dal centrocampo in su, viene naturale pensarla con un 4-2-3-1. Oltre alle situazioni analizzate sopra, troviamo anche quella Ljajic, che da vice-Jovetic avrebbe davvero tempo e spazio per farsi notare, o quella di Palacio, da sempre dedito al duro lavoro di fascia. Anche Gnoukouri, prestito permettendo, nel 4-2-3-1 potrebbe avere qualche chance come prima riserva di Felipe Melo, mentre Brozovic sembra il giocatore tatticamente meno pronto a sposare questa causa. Proviamo a disegnare un Inter A ed una B con il 4-2-3-1:



Difficilmente però il modulo sarà provato già con la Juventus, prossima avversaria che dal punto di vista tattico quasi impone un centrocampo con tre elementi, se non si vuole andare sotto numericamente (che si tratti di 3-5-2 o 4-3-1-2/4-3-3).