Stevan Jovetic dice sì. Un consulto rapido, prima di accettare la chiamata della Nazionale e correre a difendere i colori del Montenegro al tramonto della corsa di qualificazione alla prossima rassegna continentale. Due fermate - la prima casalinga, a Podgorica arriva l'Austria capo-classifica, la seconda esterna, nel freddo di Mosca - per capire il futuro del Montenegro. Ad oggi, la situazione non sorride: quarta posizione, alle spalle appunto dell'Austria, irraggiungibile a quota 22, della Russia, 14, e della Svezia, 12. Il Montenegro ha 11 punti, deve quindi collezionare l'intera posta per allontanare lo spettro del fallimento.
A Milano, perplessità e un pizzico di malumore. Jovetic, al momento, è ai box. Elongazione al bicipite femorale della coscia sinistra, un problema accusato nei minuti antecedenti a Inter - Fiorentina, con Mancini costretto a rimodellare l'undici iniziale, con l'esclusione di JoJo e l'inserimento di Palacio. L'idea del tecnico è di utilizzare il talento al rientro, quando il calendario pone al cospetto dell'Inter la Juventus di Max Allegri.
L'inserimento del Montenegro getta nubi importanti, perché il rischio di un ulteriore passo indietro è notevole, data la muscolatura di cristallo dell'ex Fiorentina. Jovetic non è al meglio, non può esserlo in occasione della prima gara in programma il prossimo fine settimana, ma non vuol mancare a un appuntamento senza domani.
L'idea è che si possa giungere a un compromesso, con Jovetic in campo per un solo incontro, in modo da non sovraccaricare un fisico provato dal recente intoppo. Si cammina su un terreno ricco di spine, le esigenze della Nazionale, come spesso accade, si intrecciano con i destini del club, l'Inter segue le mosse di Jovetic, al momento faro di una squadra apatica dalla cintola in sù.
Il destino dell'Inter in mano altrui, il Montenegro può incidere sul cammino nerazzurro, Jovetic c'è e gioca, Mancini spera.