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Milan, tramonta definitivamente il Portello, occhi puntati su San Siro

Nel corso dell'estate è successo di tutto e di più sulla questione stadio del Milan. Quando, ormai, il Milan era in procinto di insediarsi al portello, la società si è defilata, facendo i conti con la penale di 10 milioni da pagare. Ora, l'obiettivo e "privatizzare" San Siro.

Milan, tramonta definitivamente il Portello, occhi puntati su San Siro
Milan, tramonta definitivamente il Portello, occhi puntati su San Siro
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Di Giorgio Giovannini

Il clamoroso dietrofront del Milan per lo stadio al Portello potrebbe costare caro alle casse rossonere: in arrivo una penale, da parte dell'ente Fondazione Fiera, di dieci milioni di euro, in modo tale da evitare una guerra giudiziaria. Per ora, non è noto se Berlusconi sborserà i dieci milioni o se aprirà una trattativa per ottenere uno sconto. 

Tramontata l'idea di uno stadio di fronte a Casa Milan, si punta alla gestione di San Siro. Attualmente, lo stadio è di proprietà del Comune di Milano, con l'ente M-I Stadio Srl che gestisce l'impianto meneghino. L'ente ha approvato proprio ieri il bilancio, mentre c'è stato un incontro con toni cordiali tra le due principali società di Milano: Milan e Inter, per discutere del destino di San Siro. 

Per ora si va avanti a braccetto, con le due società impegnate con i lavori di restyling del Meazza, in vista della finale di Champions League, che si terrà a Milano il 28 maggio. 

A differenza dei neroazzurri, che hanno fin da subito puntato alla gestione unica di San Siro, il Milan ha vagliato diversi progetti per costruire uno stadio di proprietà in zona Portello ed EXPO, ma, finora, la permanenza a San Siro è la possibilità più concreta. La dirigenza rossonera ha rinunciato all'impiato di proprietà a Portello, in quanto le spese erano di gran lunga superiore ai ricavi utili, per la bonifica dell'area. Oltre alle zone sopracitate, è stata presa in considerazione l'Area Falck a Sesto San Giovanni, venti chilometri più a nord di San Siro. 

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Giorgio Giovannini
Tradito dal suo riconoscibilissimo accento veneto, è un fedelissimo seguace della Reyer Venezia, ma il suo vero credo è LaVar Ball. Quasi pendolare tra Venezia e Londra, con tappa a Milano per le sue fedi calcistiche: Milan e Tottenham. Appassionato di stadi, specialmente quelli britannici.