Critiche, batoste, polemiche. Questa Lazio non sta certamente vivendo un momento facile, eppure la classifica sembra dire tutt'altra cosa. La vittoria di oggi pomeriggio è un altro passo avanti, specialmente per come è arrivata: un 2-1 su un campo ostico come quello di Verona, contro un Hellas martoriato dagli infortuni ma più vivo che mai, e che trova anche il vantaggio nel primo tempo prima di farsi rimontare. Biglia e Parolo, Parolo e Biglia: la coppia di centrocampo decide ancora, non solo per la qualità e la quantità che ci mette a ogni gara, ma stavolta anche coi gol. E Pioli gongola, godendosi anche un Keita mandato in campo all'ora di gioco e subito decisivo.

LE SCELTE - In piena emergenza, Mandorlini è obbligato a inventarsi un trio d'attacco con Jankovic, Gomez e Sala, con Greco a centrocampo, mentre in difesa trova ancora spazio Helander. Va meglio a Pioli, che ha recuperato un sufficiente numero di uomini, a partire da Biglia, subito titolare con Parolo, con Milinkovic-Savic trequartista insieme a Kishna e Felipe Anderson dietro a Djordjevic. Lulic si abbassa sulla linea dei difensori, nella quale i centrali son Mauricio e Gentiletti.

PRIMO TEMPO CON LA BEFFA - Prima delle occasioni ci sono le prime recriminazioni biancocelesti, e non del tutto ingiustificate: prima una spinta di Souprayen su Gentiletti al centro di una mezza mischia, poi per una mano galeotta di Helander sulla spalla di Felipe Anderson. Giacomelli vede ma lascia correre. La Lazio gioca indubbiamente meglio e non soffre eccessivamente le ripartenze del Verona, ma non riesce mai a impensierire davvero Rafael: alla mezz'ora Milinkovic-Savic prova il destro da dentro l'area, la risolve Hallfredsson immolandosi e respingendo col corpo. La beffa arriva al 33', quando Helander è prontissimo a ribattere in rete di testa una clamorosa traversa colpita da Juanito Gomez da pochi passi, il tutto generato da una palla inattiva. La Lazio fatica a reagire, c'è troppa distanza tra i reparti: da segnalare solo un colpo di testa di Basta impreciso su servizio di Kishna.

LA CARICA BIANCOCELESTE - Anche nella ripresa comincia molto meglio la Lazio, trascinata da un Felipe Anderson che dopo cinque minuti prova un destro da fuori che passa vicino al palo della porta difesa da Rafael. Sempre il brasiliano prende pericolosamente il fondo per crossare, ma un enorme Helander respinge. Anche Lulic prova a suonare la carica con uno slalom pazzesco sulla sinistra, cross basso per Djordjevic che sciupa tutto calciando addosso a Moras, che si immola per coprire lo specchio. All'ora di gioco Mandorlini passa a cinque dietro, Pioli manda in campo Mauri e Keita, e proprio quest'ultimo è immediatamente decisivo: incursione in area, Sala lo stende e Giacomelli non ha dubbi nell'indicare il dischetto. Biglia sceglie la potenza: palla sotto la traversa e 1-1 al 63'.

MAURICIO FUORI, LA RISOLVE L'EX - Il gol del pari galvanizza i biancocelesti, pericolosi a un quarto d'ora dal termine con Mauri, il cui sinistro a centro area termina comunque alto, e pochi minuti dopo è ancora Moras a salvare l'Hellas alzando sopra la traversa di testa una deviazione di Bianchetti, vicino all'autogol. I piani della Lazio si complicano quando, a dieci dalla fine, Mauricio già ammonito stende Wszolek lanciato a rete e prende il secondo giallo che significa rosso, ma a salvare tutto ci pensa l'ex, Marco Parolo: punizione dal limite che Biglia appoggia corto al compagno di reparto, destro dritto nell'angolino basso che non lascia scampo a Rafael, immobile e tradito dalla barriera che si apre.

Gli assalti del Verona nel finale non portano a nulla di buono, il risultato resta invariato e sorride ai biancocelesti che volano a quota 12. Tra le critiche, la squadra di Pioli continua a viaggiare a pieno regime e si avvicina alla vetta. Notte fonda per l'Hellas: ancora nessuna vittoria, solo tre punti in classifica. E l'emergenza infortuni non aiuta.