La testa calda, anzi, bollente di Felipe Melo regala tre punti a un'Inter pragmatica, concreta e totalmente scevra di orpelli. La strategia di Mancini è chiara: i muscoli a centrocampo, la qualità davanti, ma la formazione, in aria di turn-over, prevede l'assenza nell'undici titolare della luce più luminosa di questa prima parte di stagione: Stevan Jovetic. La seconda punta montenegrina lascia il posto ad Adem Ljajic, che si sposta sull'ala destra con Perisic parallelo a sinistra, entrambi a supporto di Icardi nel tanto chiacchierato 4-3-3. L'ex attaccante della Roma svaria per tutto il campo senza rendersi pericolo: cambia fascia, si muove in verticale verso il basso per ricevere il pallone, ma non lo impiega in maniera fruttuosa, talvolta per difetto personale, talvolta per demerito del peggiore in campo, Fredy Guarin. Il colombiano non aiuta nell'uno-due, non dà sicurezza nè impeti offensivi, è distratto e avvalora la tesi di chi si aspetta un ritorno di Brozovic nel ruolo di mezzala destra. 

La manovra offensiva, molto scarsa in fatto di qualità, si sviluppa dai piedi di Geoffrey Kondogbia, che gioca il pallone senza timore, ha il tasso tecnico nettamente più elevato della linea mediana, sbaglia anche qualcosa ma dà la sensazione che quei tanto discussi 35 milioni siano stati spesi bene. Moderno come pochi, il francese si disimpegna bene in entrambe le fasi. Merita una menzione in positivo anche Alex Telles, che con il proprio mancino dispensa l'assist per il gol di Melo. Il terzino brasiliano spinge in fase offensiva, ha i mezzi tecnici per prendersi qualche responsabilità che Nagatomo non poteva permettersi, ma deve ancora correggere qualcosa in fase difensiva. Bene Miranda, al rientro dall'infortunio, affiancato dal solito Medel, sempre più convincente nel ruolo di alternativa in difesa.

Il miglior calcio lo si è visto con l'ingresso di Jovetic, posizionatosi come seconda punta di un 4-4-2 con Perisic e Biabiany esterni larghi. Proprio l'ex Parma, al rientro dopo un lungo stop per problemi cardiaci, si è reso protagonista di una buona prova: lo scatto non si è perso lontano dai campi e i mezzi tecnici sono migliorati rispetto alla parentesi del post-triplete. Il numero 11 dell'Inter potrebbe essere un'arma importante in partite per cui si prevede la tattica del contropiede. Invisibile Icardi, che risente del poco rifornimento.