Quattro vittorie, dodici punti, primato solitario. Un cammino, al momento, al di sopra delle più rosee aspettative. Il rischio, quando si vince, è di adagiarsi, affrontando gli impegni con meno mordente. Roberto Mancini, in conferenza stampa, mette in guardia l'Inter. Il buon avvio non deve trarre in inganno, non mancano aspetti su cui puntare l'attenzione, dettagli da migliorare.

"Devo fare il pompiere. Le gufate fanno parte del calcio, tutti gufano e mi sembra una cosa abbastanza normale perché abbiamo vinto le prime partite ma dobbiamo ancora lavorare tanto. Poi è vero, vincere aiuta a lavorare con tranquillità. Se mi aspettavo una partenza così? Per arrivare fino in fondo devi lavorare molto di più, comunque speravo in una partenza ottima per avere più motivazioni durante il cammino e per il lavoro".

Il tecnico si schiera in difesa di Felipe Melo. Il brasiliano è un pupillo dell'allenatore nerazzurro, il calciatore di maggior personalità dell'undici milanese. La stampa attacca il brasiliano per un atteggiamento che travalica la linea di confine fra aggressività e cattiveria. Mancini ritiene le accuse esagerate.

"Abbiamo preso giocatori in ruoli in cui eravamo scoperti, poi alla quarta giornata non sono sparite le lacune, su questo bisogna lavorarci. Felipe Melo? È stato il più corretto della partita contro il Chievo, ha fatto un fallo, si dicono cose inesatte su di lui. Se alla lunga queste critiche nuoceranno al giocatore? Ha l'esperienza per capire certe cose, però mi sembra che nei suoi confronti questa settimana si sia esagerato".

Turnover, il cruccio dei tecnici. Garcia, con la Roma, incappa nella sorpresa Sassuolo e subisce il fuoco nemico per alcune scelte azzardate. Mancini prepara invece le prime mosse a sorpresa per la gara interna con il Verona. Difficile stabilire il giusto equilibrio tra conservazione e rivoluzione.

"Se Garcia avesse vinto era un fenomeno, e il contrario. Ognuno fa il proprio mestiere, l'allenatore fa l'allenatore per questo. Senza Coppe alla lunga sarà diverso, nel caso in cui ci sono tre partite di campionato alla settimana, se uno ha acquistato bravi giocatori il turnover lo fa. Lo stadio acquistato a metà fra Inter e Milan? È una domanda per Thohir e Bolingbroke".

Ai risultati, non corrisponde, al momento, uno spettacolo di campo gradevole. Mancini rinvia al mittente il quesito, ponendo l'accento sull'importanza del successo, anche a discapito del gioco.

"Noi giochiamo un calcio noioso? Vado indietro un po' di anni, anche quando abbiamo iniziato col City dicevano la stessa cosa. Sinceramente è dal 1982 che sento cose del genere quando una squadra è in testa, in Italia va così ma rispettiamo il parere di tutti e andiamo avanti, perché per una squadra di vertice è importante vincere. Alla fine chi vince ed è in testa sarà quella che ha meritato e giocato meglio".

In chiusura, qualche notizia sulla possibile formazione. Joao Miranda è a disposizione ed è il favorito per affiancare Medel al centro della difesa. Ljajic è all'esordio con la maglia nerazzurra, in un tridente completato da Icardi e Perisic. Al cospetto dell'Inter, un Verona in grande difficoltà - molteplici defezioni in casa Hellas - ma da non sottovalutare.

"Non esistono le partite scontate, col Carpi non lo è stata e con l'Atalanta pure. Quando devi vincere partite del genere devi essere al cento per cento sennò non fai bene, bisogna fare più del massimo. Perisic meglio in fascia? Quello è il suo ruolo, l'abbiamo preso per quel ruolo ma ci sono situazioni in cui quando devi conoscere i compagni si fanno altre cose. Se gioca Miranda? Ha fatto tutto, domattina lo valutiamo. Ljajic? È stato sfortunato perché lo stavo facendo entrare ma poi si è fatto male Murillo. Adem è molto importante, ha qualità tecniche straordinarie, soprattutto quando le avversarie si chiudono. Ha veramente grandi qualità. Mancherà Toni? Giocherà Pazzini, uno valido comunque, esperto e che ha alcune caratteristiche di Toni stesso. Il Verona è un'ottima squadra, che ha carattere, penso possa fare un ottimo campionato come ottimo è Mandorlini. Ci sarà da correre e da lottare".