Conferme di settembre. L'Inter al momento è questa, non bella, ma tremendamente efficace. La ricostruzione porta frutti graditi. L'input estivo - riformare una difesa allo sbando - garantisce un output fatto di punti e soddisfazioni. La difesa è imperforabile, con Medel che sgambetta furente a chiudere ogni varco e Handanovic quasi inoperoso. Il sistema regge, perché esiste come una linea di vetro che al limite dell'area rimbalza gli avversari.

Quel che succede più avanti è sporadico. Sono intuizioni di giocatori di enorme tasso tecnico, da Jovetic a Icardi - ieri al primo gol con il Chievo - per chiudere con Perisic, baciato dal sole di fascia e a tratti devastante. La crescita di Kondogbia nel mezzo nobilita una mediana guidata dalla personalità debordante di Felipe Melo, in cui Guarin torna in letargo, confermando un via-vai continuo da partita e campionato.

Il turnover è al momento lontano, una settimana di riposo non può portare alla rivoluzione, giustamente Mancini consolida quanto fatto, con Telles per l'infortunato Juan. Panchina per Brozovic e Ljajic, per loro spazio probabilmente mercoledì, a San Siro con il Verona. Il campionato scopre il primo turno infrasettimanale e l'Inter deve fare i conti con il calendario - nel prossimo week-end c'è la Fiorentina - e con la salute di alcuni interpreti.

La gara con l'undici di Maran aggrava i problemi del reparto arretrato. Juan combatte con una ferita al piede che fatica a chiudersi, Miranda segue un lento programma di recupero per evitare ulteriori fermate, Murillo è l'ultimo della lista. Con il Chievo, il colombiano lascia il campo nella ripresa, sostituito da Ranocchia. Un problema muscolare che pare precluderne la presenza nel prossimo turno. Il tecnico attende notizie nella giornata di oggi, ma la candidatura di Ranocchia è quantomeno importante.