La settimana del derby. Inizia oggi (ripresa degli allenamenti fissata per martedì pomeriggio), in casa Inter, l'avvicinamento alla stracittadina in programma domenica. Mancini si divide tra campo e analisi, segue con attenzione le movenze dei suoi, altrove impegnati con le rappresentative nazionali. Dita incrociate, in attesa del rientro. Jovetic e Ljajic deliziano con Montenegro e Serbia, giocate che incrementano l'ottimismo sul buon esito del mercato. 

Stevan, decisivo nelle prime due uscite, aspetta il ritorno a pieno regime del compagno Icardi - contro il Milan, maglia da titolare per il neo-capitano - per completare un pacchetto avanzato di primissimo piano. Ai due, si accosta Perisic. La Croazia crolla in Norvegia, ma l'esterno ex Wolfsburg gioca, di fatto scongiurando timori su possibili problemi fisici. 

L'avvento di giocatori di spicco apre al quesito riguardante il modulo: 4-3-3 o 4-2-3-1? Difficile ipotizzare un'Inter a trazione antetiore, specie in un momento delicato come questo. La condizione non è al top, più prudente mantenere una coperta larga in mediana per offrire supporto alla retroguardia a quattro. Perisic o Palacio, con Jovetic e Icardi, Ljajic carta a partita in corso. Questa l'idea oggi più probabile. 

Alex Telles spinge per il debutto. Corre, lotta e apprende, la corsia mancina ha un padrone nuovo di zecca, lui sì vede da vicino il derby. Felipe Melo è in bilico. Mancini si fida dell'esperto brasiliano e ne apprezza la duttilità. Coesistenza con Medel o uno esclude l'altro per il derby?

Murillo - Miranda al primo test probante, al cospetto di Bacca e Luiz Adriano. A destra, Montoya insegue Santon. Tra i pali Handanovic, a un passo dal rinnovo. Spazzate via le voci dei mesi recenti, il progetto ambizioso avviato da Mancini convince lo sloveno, ora deciso ad allungare l'avventura all'Inter fino al 2019, con ritocco dell'ingaggio a 2,5 milioni più bonus. 

Tre punti per lanciare la prima volata di stagione. Allo scoglio rossonero, seguono due incontri alla portata con Chievo e Verona, prima del duello con la Fiorentina al Franchi. Mancini insegue il filotto?