Può la squadra più brillante e spumeggiante della scorsa stagione essere diventata un insieme di brocchi dopo soltanto due mesi? La risposta è ovviamente negativa, anche se le prestazioni estive della Lazio di Stefano Pioli, alla quarta sconfitta di fila in amichevole, di certo non fanno dormire sonni tranquilli all'ex allenatore del Bologna in vista della Supercoppa Italiana prevista tra una settimana in quel di Pechino contro la Juventus.
Già, il primo obiettivo stagionale è alle porte e la squadra biancoceleste ci arriva nel peggior modo possibile. Lasciarsi le batoste estive alle spalle sarà necessario per concentrarsi sulla Supercoppa. Tutto è pronto per il viaggio: dopo la tournée tra Austria e Germania, i giocatori di Pioli hanno avuto il tempo di salutare i cari prima di volare alla volta della Cina, che mai come oggi sembra davvero molto vicina. L'avventura cinese dovrà dare numerose risposte sia a Pioli dopo la preparazione estiva, che alla società, con il preliminare di Champions League che incombe pesantemente sul futuro laziale.
La vigilia di Supercoppa, come detto, viene vissuta tra ansie da prestazioni che non arrivano, sebbene la condizione sia ovviamente in ritardo visti i carichi di lavoro, e soprattutto da polemiche interne che potrebbero minare lo stato psicologico della rosa di Pioli. L'allenatore ha deciso di affidare la fascia di capitano, dopo l'addio di Stefano Mauri, a Lucas Biglia, centrocampista centrale dell'Aquila, che all'interno dello spogliatoio è molto ben voluto dai compagni. Tutti apparentemente d'accordo, meno uno: Antonio Candreva non ha preso benissimo la decisione di non affidargli i gradi di leader dopo le molte stagioni vissute alla Lazio, con i tifosi che durante il ritiro gli hanno spesso chiesto di diventare il simbolo della squadra.
Oltre al danno, è arrivata anche la beffa, visto che Pioli aveva pensato all'ex Juventus, Udinese e Cesena come vice: decisione che sembrerebbe aver mandato su tutte le furie l'esterno d'attacco, che avrebbe declinato la proposta. Attraverso le parole di Federico Pastorello, agente del centrocampista della Nazionale, al Corriere dello Sport di oggi, si è fatta ulteriore chiarezza sulla vicenda, che però contribuirà soltanto a peggiorare l'ambiente e l'armonia dello spogliatoio della squadra.
"Considerando il percorso di Antonio, pensavo meritasse un riconoscimento e considerazione diversa da parte dell’allenatore. C’è rimasto male. Non è mancanza di rispetto nei confronti di Biglia e dei compagni, Antonio rispetta la scelta di Pioli ma io credo che che il capitano non sia solo una questione di spogliatoio, ma identifica e rappresenta una città, una tifoseria. Come rappresentatività, ha dimostrato abbastanza in questi tre anni e mezzo. Pioli ha scelto in altro modo, Candreva ci teneva, continuerà il suo percorso come ha sempre fatto, ma certo non possiamo nascondere ci sia una profonda delusione. Tengo conto che ogni estate ci sono quattro o cinque club che chiedono Candreva, anche un’importante società già iscritta alla Champions, ma neppure è stato fissato un appuntamento".
Di male, in peggio. Tutto questo arriva come un macigno sulle spalle di Stefano Pioli, che è già alle prese di suo con gli scarsi risultati che arrivano dal campo. Anche ieri, infatti, dopo le sconfitte rimediate contro Vicenza, Anderlecht e Sigma Olomuc, è arrivata la brutta prestazione contro il Mainz. Oltre all'1-0 contro i biancorossi, ciò che preoccupa maggiormente sono i 9 gol subiti in tre gare, tre ciascuna. Poco importa la preparazione, poco conta se lo schieramento è a quattro oppure a tre: quello che preoccupa è la fragilità di un reparto che sembra molto più disattendo ed impreparato della scorsa stagione. L'attacco non è da meno, sebbene i due gol di Djordjevic ed il gol di Keita che rendono parzialmente meno amare le sconfitte contro belgi e cechi.
Mali estivi? Può darsi. Come può anche darsi che la Lazio stia tirando il freno a mano appositamente. Discorso difficile da fare, ma guardando in campo la squadra di Pioli non ci si spiega la netta involuzione rispetto a quanto visto lo scorso anno, con volti spessso con il capo chino e malumori che sembrano sempre più presenti. Preparazione sì, gambe pesanti anche, ma c'è dell'altro. Almeno sembra. Pechino e la Supercoppa per guarire i mali laziali, con la Cina che sembra sempre più vicina. L'apparenza, a volte inganna, altre meno. E stavolta?