Quando si dice che nel calcio d'estate conta più esaminare i progressi di gioco rispetto al risultato. Oggi, per l'Inter, al cospetto del Bayern Monaco, non è arrivato né uno e tantomeno l'altro. L'amichevole di lusso giocata a Shangai termina con il risultato di 1-0. In rete ci va il pomo della discordia Mario Götze, lasciato inizialmente in panchina come Shaqiri (preventivabile) ma sopratutto Guarin (la famosa cessione di lusso?)
Dell'Inter abbiamo potuto apprezzare poco a parte la tenuta difensiva. Eccezion fatta per il primo quarto d'ora la banda di Mancini ha infatti vissuto 75 minuti in apnea, costretta all'angolo dal possesso palla del Bayern Monaco, partito con quello che sembrava un 4-3-3 che poi si è tramutato nel solito modulo mobile, con ogni giocatore in campo a spostarsi come meglio credeva, all'insegna del calcio totale.
Mancini ha invece schierato i suoi con il 4-3-1-2 visto in pre-season. Handanovic in porta. In difesa Montoya, Ranocchia, Murillo con tanto di maschera ed il giovane Dimarco. Brozovic, Kovacic ancora nelle vesti di regista e Kondogbia a centrocampo. Hernanes dietro la coppia Icardi-Palacio. Nella prima mezzora è one-man show. Protagonista Douglas Costa, preferito da Pep a Götze nel tridente che comprende anche Müller e Lewandowski. Il brasiliano è il canale principale verso il quale il Bayern preferisce far sfociare la manovra: l'ex Shaktar, opposto a Dimarco, si è fatto continuamente beffe del giovane terzino nerazzurro, saltandolo cinque volte in pochi minuti. In due occasioni Douglas Costa si renderà anche pericoloso: prima impegnando Handanovic con un diagonale e poi servendo Lewandowski, colpevole di stoppare malamente la sfera.
Nonostante le percussioni di Costa l'Inter è viva. Lo dimostra la palla che Hernanes scippa a quello che sembra un inadeguato e cotto regista centrale del 3-1-3-3 bavarese (Xabi Alonso), costringendo l'allargata difesa tedesca, impossibilitata ad intervenire, a sperare che il tiro del Profeta finisca fuori. E così sarà. E mentre Neuer esce dall'area a fare il buono ed il cattivo tempo, nell'altra area Handanovic rischia su un retopassaggio. Di lì a poco l'Inter rinuncerà a mettere il naso fuori, il Bayern comincia quel lungo processo di tiki-taka che durerà fino al 90°. Nonostante la palla sia praticamente sempre in mano al Bayern, oltre alla rete di Götze, sarà solo una la chance importante che capiterà ai campioni tedeschi per sbloccare lo 0-0: Müller sciupa di niente.
Mancini si accorge che il centrocampo con Kovacic metodista, in questo tipo di partite da vivere in apnea, imbarca e cambia modulo all'intervallo. 5-3-2 con D'Ambrosio in campo al posto di Kondogbia (era già entrato Juan Jesus per un positivo Murillo - infortunatosi -, autore di un salvataggio sulla linea), ed Hernanes arretrato, insieme a Kovacic e Brozovic. Dal 46° in poi faticheremo a ricordare azioni degne di nota. A farla da padrone subentrano le sostituzioni. Mentre il godurioso Pep pare si diverta a rivoltare la sua creatura con quelli che al 90° saranno dieci cambi (90 minuti interi solo per Alaba) l'Inter tornerà prima alla difesa a quattro con l'ingresso di Gnoukouri al posto di Montoya (intanto il subentrato D'Ambrosio si piazzava a destra, con Santon a sinistra ed Andreolli e Juan centrali) e passerà poi qualche minuto con una sola punta (Longo). Tutto fino alla rete di Götze, che fortunatamente all'80° mette fine alla macabra prospettiva di vedere la partita protrarsi oltre il 90° ricevendo un filtrante di Rode ed insaccando dopo aver scartato Carrizo.