In casa Inter, è il giorno di Geoffrey Kondogbia. Il centrocampista francese è il fiore all'occhiello di un mercato fin qui eccellente. Personalità, esperienza internazionale, prestanza fisica: Kondogbia è il tassello perfetto per restituire al centrocampo dell'Inter un'impronta netta.
Incalzato dalla stampa, il centrocampista transalpino racconta l'avvento all'Inter. La missione nerazzurra a Monaco convince il ragazzo, ammaliato dalla presenza in panchina di Roberto Mancini. Annullato il vociferato derby di mercato, Kondogbia allontana il Milan, mai realmente vicino all'acquisto.
"Perché ho scelto l'Inter? Perché è la squadra giusta per me, perché a un allenatore come Mancini non si può dire di no e perché non è vero, come avevano scritto alcuni giornali, che avevo detto sì al Milan. Il Milan non ha mai avuto il mio sì, chi l'ha detto ha pronunciato una falsità".
"Se possiamo vincere lo scudetto? Sono fiducioso: ci sono tutte le carte in regola per poter vincere".
Dal Monaco all'Inter, un passo avanti, anche senza la competizione più prestigiosa. Kondogbia lascia il Principato dopo aver assaporato i quarti di Champions. Uno scontro italo-francese, con la Juve corsara nella doppia sfida di Coppa, non senza polemiche. L'avventura milanese si apre senza notti magiche, ma il futuro è nerazzurro.
"Se sento pressione? Nessuna, sento invece molta passione. Ho scelto l'Inter anche perché è la tappa più giusta per me in fatto di crescita e perché arrivo qui al momento giusto per poter migliorare. Il mio punto più forte? La potenza. Il mio punto da migliorare? La fase difensiva".
Yaya Touré e Geoffrey Kondogbia, il primo assillo nerazzurro per settimane, il secondo strappato di forza nel giro di pochi giorni. Da un possibile colpo, Yaya, al colpo vero e proprio, Geoffrey. Il primo sceglie di rimanere a Manchester, sponda City, il secondo sposa senza mezzi termini il progetto Inter. Ad unirli, anche la stima del più giovane Kondogbia per l'esperto ivoriano.
"Se ho preferenze di posizione nel centrocampo? Nessuna. Se è vero che assomiglio a Touré? È vero che sono stato paragonato a lui e Vieira, e sì, credo di avere caratteristiche simili a Yaya. Però sono ancora giovane e all'inizio della mia carriera, anche se non c'è dubbio che il mio punto di riferimento sia proprio Touré".
In chiusura il colloquio con Mancini, ago della bilancia in una trattativa onerosa.
"Mi ha detto tante cose, mi ha parlato del nuovo progetto interista che ho trovato subito rispondente alle mie caratteristiche. E poi, davvero: quando un allenatore di quella portata ti chiama, beh, non puoi dirgli di no".