Marco Fassone, direttore generale dell'Inter, è a Brunico dove sta assistendo agli allenamenti dei nerazzurri. Intervenuto ai microfoni di Sky Sport, ha lasciato importanti dichiarazioni.

Per quanto riguarda il mercato, Fassone conferma che la priorità è, al momento, rinforzare il reparto offensivo: “Stiamo lavorando, i nomi li conoscete. Basta vedere i numeri per capire che in avanti siamo deficitari, su quello ora ci stiamo concentrando”. Tra i possibili arrivi, si nutre ancora qualche flebile speranza di portare a Milano Mohamed Salah, al centro di un vero e proprio contenzioso che, oltre ai nerazzurri, vedono coinvolte anche FIorentina e Chelsea: “Ci dispiace essere stati attaccati per una vicenda che non ci coinvolge, noi abbiamo replicato e preso una posizione molto forte. Noi siamo alla finestra in attesa che la situazione si risolva, ma non abbiamo compiuto alcuna scorrettezza”.

Negli altri reparti, invece, l'obiettivo è contrario, ossia sfoltire per adeguarsi alle nuove regole volute da Tavecchio: “Qualche giocatore dovrà lasciarci. Chi arriva all'Inter ha il piacere di rimanere, ma con la regola dei 25, più di 4 terzini, 4 difensori centrali e 6 centrocampisti non li possiamo mettere. Meglio andare via piuttosto che restare fuori dalla lista”. Tra i 6 centrocampisti, forse, arriverà un'alternativa a Gary Medel, fresco vincitore della Copa America con il suo Cile. “E' un giocatore molto importante, un leader che ha fatto un numero di partite impressionante. Per noi è un giocatore importante, poi non si può fare tutto. Intanto completeremo l'attacco, poi con Mancini e Ausilio vedremo se si può fare qualcosa, magari grazie a qualche uscita”.

Sulla questione stadio, invece, sarà importante attendere le prossime mosse del Milan: “Il progetto di riqualificazione di Milano è comune e non può andare avanti con la propria. Noi vogliamo rimanere a San Siro e sentirci a casa nostra al Meazza. Speriamo che tutte le componenti portino avanti questo progetto perché sarà bello per tutte e due le tifoserie e potrebbe rendere Milano quasi capolista europea con due grandi stadi come a Londra”.