Sogni d'inizio estate, illusioni di mercato. Da Touré a Kondogbia, da Dybala a Pedro. Mancini controlla la lista proposta a Thohir e appunta ripetuti "no, grazie". Al tavolo delle trattative, l'Inter si scopre povera, non basta il fascino del passato per conquistare campioni affermati. Ricostruire è difficile, richiede tempo. Thohir, investito dalle voci riguardanti la struttura societaria del club, promette un esborso significativo, ma al momento la situazione è in stallo e il tecnico spinge per avere i primi innesti già a Brunico.
L'Inter completa operazioni di rincalzo. Zukanovic arricchisce il settore esterni, Murillo è un giovane di grande talento, ma la ribalta della A può creare non pochi grattacapi, Mirante è un buon dodicesimo, Biabiany una scommessa. L'impressione è che l'Inter navighi nell'incertezza, accetti scarti e ritorni, pur di mettere in cascina qualche colpo. Non si può compiere il salto di qualità con innesti di secondo piano, già in passato si è scelta la via della quantità a discapito della qualità.
Servono due-tre entrate di grande livello, una per reparto. Un difensore che sollevi Ranocchia dal peso della responsabilità, un centrocampista di personalità in grado di porsi davanti alla difesa a costruire il gioco, una seconda punta pronta ad affiancare Icardi, ecco quel che chiede Mancini.
Gli ultimi nomi, nel settore avanzato, portano a Fekir - talento del Lione - e Aubameyang. In mediana, la valutazione di Kondogbia spegne le luci nerazzurre sul gigante del Monaco.
Ieri, alla Pinetina, Mino Raiola. Il Procuratore, dopo aver confermato la permanenza di Balotelli a Liverpool, si è intrattenuto con i dirigenti nerazzurri. Sul piatto Romero, un parametro zero interessante in caso di partenza di Handanovic.
A un passo, infine, Duda, centrocampista offensivo del Legia Varsavia