Roberto Mancini interviene nella classica conferenza stampa della vigilia, per l'Inter una delicata trasferta a Genova alle porte. La missione Europa è delicata, perché, come ricorda il tecnico, non basta ai nerazzurri un doppio successo per conseguire la sesta posizione, utile per l'accesso ai preliminari d'Europa League.
La Juventus è la squadra da imitare, ricorda l'Inter del passato e l'obiettivo, alla Pinetina, è costruire un gruppo in grado di avvicinarsi alla "macchina" bianconera. In quest'ottica, determinante il mercato, una campagna acquisti condita da grandi giocatori e promesse in rampa di lancio.
Al momento, sul tavolo, diversi nomi, ma la fase delicata della stagione porta Mancini a defilarsi. Nessuna conferma, diverse trattative avviate, altre in divenire, dalla semplice opzione all'interessamento reale, c'è l'intesa con Thohir, ma non è il momento di raccontare l'operato oscuro degli uomini mercato.
"Nonostante la sconfitta immeritata con la Juve, siamo ancora in corsa per l'Europa League. Certo, non dipende da noi ma l'importante è fare bene a Genova. Andare in Europa anche per un problema di un altro club (vedi lo stesso Genoa, che non ha ottenuto la licenza Uefa, ndr.) a me interessa poco".
"Se la Juve è una tigre cosa siamo noi? Loro sono come l'Inter di un po' di anni fa, stanno dominando. Noi invece non possiamo permetterci di sbagliare nulla nei prossimi due mesi di mercato per cercare di ridurre il gap. Sostituire i big degli anni d'oro non è facile, spesso si passa attraverso errori. Per l'anno prossimo servono giocatori di personalità e qualità che possano far crescere chi c'è già. Ma è tutto molto difficile, perché sui giocatori buoni ci sono tanti club. Non possiamo rischiare di sbagliare alcuna mossa. Thohir mi ha confermato di voler fare un certo mercato, poi vediamo cosa ci riesce. Fekir? E' giovane, ha grandi qualità, ha fatto bene nel primo anno in Ligue1, ma è del Lione e non credo lo lasceranno venir via facilmente. Il futuro in porta? Abbiamo già in casa portieri promettenti, inutile prenderne un altro. Nel caso, meglio uno pronto".
L'attenzione si sposta, poi, sull'impegno imminente. Il Genoa, aldilà di alcune defezioni importanti - vedi Perotti, Niang e Borriello - è in salute e il Ferraris è terreno ostico. L'Inter, però, trova la sua miglior versione lontano dalla pressione di casa. Mancini analizza la tendenza negativa della squadra di fronte al pubblico di San Siro, un blocco mentale che inibisce gli undici in campo.
"A Marassi è davvero l'ultima chance, quindi è chiaro che è importante, ma spero in futuro ne vengano di più decisive. Battere questo Genoa non sarà facile, ma è vero che in trasferta stiamo facendo bene. I punti sprecati con le piccole in casa? Dobbiamo lavorarci, anche se San Siro crea delle difficoltà. In casa dobbiamo capire che serve qualcosa di più, a livello di carattere e tecnico. Sprechiamo anche troppo, vedi primo tempo con la Juve. La nuova difesa? Questa ultimamente è migliorata molto, poi degli innesti serviranno. Perché Santon non gioca più? Ha fatto fin troppo bene all'inizio, poi ha pagato con un calo di condizione. Ora stanno meglio gli altri esterni, ma su Davide conto molto per il futuro. Stesso discorso per Shaqiri".
Per la gara di domani, nell'Inter, out Vidic, come annunciato, e Podolski, vittima di un affaticamento muscolare.