Mezz'ora, poco meno, per riprendersi l'Inter, mezz'ora per lasciare un segno nella campagna italiana, prima di rientrare in Premier, all'Arsenal. Lukas Podolski sorride, dopo un periodo buio, fatto di panchine e incomprensioni. A San Siro, contro la Roma, l'assist a Icardi, a Udine il primo gol, decisivo. Podolski calcia, contrato, ci riprova e indovina col sinistro il sette, superando Karnezis. La rincorsa europea dell'Inter riparte da Podolski e dal suo impatto.
Un professionista, questo il pensiero comune, di Mancini e dei compagni, sincero l'abbraccio di tutti dopo la rete, una liberazione per Podolski, a segno in Nazionale, ma non con la casacca dell'Inter. Il ritorno a buon livello del tedesco segna un'importante accelerazione sul fronte offensivo, perché la rosa a disposizione di Mancini è ridotta all'osso e il rischio è di spremere Icardi e Palacio. Il calendario, nella prossima giornata, "offre" il Chievo a domicilio e il pensiero del tecnico è di lanciare, questa volta dal primo minuto, il tedesco, permettendo a Palacio di ritrovare forma e fiato in vista di Lazio e Juventus.
L'addio al termine della stagione - fine prestito, acquisto improbabile - non chiude la porta a un finale di livello, Podolski vuole smentire i critici, le voci di dissenso che criticano l'operato nerazzurro. Da giocatore finito a salvatore, in pochi minuti il destino offre la seconda occasione milanese al campione del mondo, rinfrancato e pronto a prendersi uno spicchio di celebrità, almeno agli occhi di Mancini e dei compagni.
La prossima Europa League passa dalla cinque gare che dividono l'Inter dalla fine del campionato, la lotta è selvaggia, perché Sampdoria, Fiorentina, Genoa e Torino costituiscono uno zoccolo duro da "cancellare", ma il trend in casa nerazzurra è positivo, dopo i demoni "ammirati" al Friuli, nel finale, Mancini si attende una pronta risposta.