Da un derby all'altro, dal primo Mancini, accolto con entusiasmo dal tifo nerazzurro, al Mancini odierno, costretto a far risultato per calmare la piazza e lavorare con costrutto in vista della prossima stagione. Battere il Milan per chiudere il cerchio, mettere un punto al passato e costruire il futuro, Mancini vuole una risposta, non a caso in conferenza stampa ribadisce più volte la sua idea di Inter. Imporre la propria volontà, la propria personalità, l'Inter deve essere grande nell'approccio alla partita.
"L'atteggiamento. Mi dispiace di non poter schierare quei giocatori che hanno fatto bene a Verona, li hanno squalificati; sono comunque convinto che chi ci sarà farà bene e che la linea di condotta tenuta a Verona credo proseguirà".
Non è ancora l'Inter di Mancini, solo a sprazzi si è visto il calcio professato dal tecnico di Jesi, fatto di possesso palla, verticalizzazioni, difesa alta, pallino del gioco. Spesso l'Inter si è ritirata timorosa, prestando il fianco ad avversari non proibitivi.
"Di sicuro avrei sperato a questo punto di poter essere molto più in alto e di poter lottare per un titolo. Un voto? Non amo i voti, ma purtroppo è negativo".
"Sarà anche un derby più povero rispetto a quelli del passato, ma per noi deve diventare la base per un grande rilancio". Oggi l'Inter non può permettersi di fare calcoli, studiare statistiche e numeri, l'Europa è una chimera e allora si vive sul momento, sul confronto e l'immediato pone sulla strada nerazzurra la stracittadina, il giusto connubio di rivalità e storia per toccare corde ammorbidite dalla delusione.