Un girone fa Mazzarri osservava Nico Lopez infilare il beffardo 2-2 di una delle tante sfide dai molteplici volti di cui la sua Inter si stava rendendo protagonista. Molto probabilmente non fu tanto quel pareggio quanto la sconfitta con il Parma nel week-end precedente a sancire il destino del tecnico ex-Napoli, in quei frangenti della stagione vero e proprio bersaglio umano di tifosi e mass-media. Incassata la fiducia all'indomani del 2-2, Mazzarri si vide sollevato dal suo incarico qualche giorno dopo, fra lo stupito ed il deluso.
Un girone dopo l'Inter è messa ugualmente in classifica, ha una media punti peggiore, ha vinto appena una partita in più nonostante ne abbia giocate ben sette in più e ne ha perse il doppio . L'avvicendamento Mazzarri - Mancini, per ora e finora, non ha pagato. L'Inter, dopo un girone è sempre lì: lì nel mezzo, al nono posto.
Ma se prima era Mazzarri il capro espiatorio, adesso lo sono i giocatori, principali colpevoli dell'ennesima stagione nerazzurra da buttare, secondo i tifosi. Il 2014-15 dell'Inter si concluderà senza grosse soddisfazioni, visto che al 90% non si approderà nemmeno in Europa League distante 9 punti a 9 partite dalla fine. Nemmeno il forte ottimismo di Mancini, che alla vigilia di Inter - Parma aveva detto "Se le vinciamo tutte si può andare in Europa", sarà ammesso domani, vista la sconvolgente prestazione offerta contro i ducali.
Adesso testa bassa e pedalare senza guardare a nulla che non sia la prossima partita. Alla ricerca dei tre punti e basta, per fare i conti solamente dopo. Il calendario prevede anche quattro sfide dal blasone non indifferente: fare bella figura contro Milan, Juve e Roma contribuirebbe a rialzare un morale che a fine stagione, come adesso, potrebbe essere al tappeto.
Si parte, come detto, dal Verona, stasera alle 20.45. Avversari i gialloblù di Mandorlini, 15° in classifica ad un rassicurante +11 sulla zona retrocessione. Pur non essendo salvi (il Verona deve ancora affrontare Inter, Juve, Samp e Fiorentina) gli uomini di Mandorlini hanno preso le classiche sembianze della squadra in vacanza quando, domenica scorsa, sul 3-0 con un Cesena in lotta per risalire dalle paludi della probabile retrocessione, si sono fatti rimontare - per giunta in casa - terminando la gara sul 3-3. Ad un tipo veniale come l'allenatore dei veneti la rimonta subìta non sarà affatto piaciuta, ecco perché l'Inter dovrà stare ben attenta ad un Verona che - esclusa la prevedibile sconfitta per 2-0 in casa della Lazio - è in un buonissimo momento: cinque partite utili nelle ultime sei, cinque risultati utili nelle ultime sei in casa (fra cui tre vittorie). Il Verona di quest'anno è distante dall'Hellas coriaceo e pungente dell'anno scorso, come diversa è la classifica. Il Verona di quest'anno è più offensivo, più sbilanciato, e lo dimostrano i numeri: in una sola gara delle ultime dieci non è andato segno (al Bentegodi ha ciccato una sola gara finora) ed in una sola gara delle ultime nove non ha preso gol.
Rispetto all'anno scorso non è cambiata solamente una cosa: il trascinatore risponde sempre al nome di Luca Toni, attualmente a quota 15 reti in Serie A, a segno in sei delle ultime otto gare per un totale di 9 gol nelle ultime otto, con tre doppiette nelle ultime sei. LucaGol all'andata andò a segno al 10° del primo tempo, aprendo le danze. LucaGol ha colpito per ben sei volte in carriera quella che doveva essere la sua squadra dopo la Fiorentina. Ma l'Inter per Luca rappresenta anche la squadra contro la quale ha perso più gare: ben 12.
Mandorlini si affiderà ovviamente a lui per sconfiggere l'Inter, con cui il Verona non vince dal 1992. Ai fianchi del 4-3-3 veronese dovrebbero agire Jankovic e Juanito Gomez (titolari anche domenica scorsa e nella vittoria sul Napoli), a discapito di Saviola, Lazaros Chirstodoulopoulos e quel Nico Lopez matador di Mazzarri, rientrato in gruppo in settimana. A centrocampo, offerto il riposo a Tachtsidis con il Cesena, a coadiuvare il Taxi, ci saranno Hallfreddson più uno fra Obbadi e Greco. Nella linea di difesa ritroveremo Rafa Marquez, bello fresco dopo il riposo con il Cesena. Al suo fianco più facile vedere Moras che Guillermo Rodriguez. Terzini invece giocheranno Eros Pisano a sinistra (dopo l'escursione sull'altro versante con il Cesena) e Sala a destra. Questo il probabile XI del Verona, che però potrebbe anche adottare un assetto più accorto con Jankovic in panchina, Sala avanzato nel tridente d'attacco ed uno fra Martic e Brivio in difesa. Unico indisponibile rimane Ionita.
Ugualmente ampio il ventaglio di scelte in mano a Mancini che cova un'ipotesi fino a pochi giorni fa improbabile: il ritorno alla temuta difesa a tre, marchio di fabbrica di Mazzarri. L'indizio l'ha dato lo stesso Mancini, che in conferenza stampa ha ammesso come uno dei tre mediani titolari (Guarin, Medel, Brozovic) potrebbe essere risparmiato vista la diffida che pende sulla testa dei tre, che in caso di ammonizione sarebbero costretti a saltare il derby di settimana prossima. Premesso che l'esperimento Kovacic davanti alla difesa non convince ancora il Mancio ("Lo stiamo provando ma c'è bisogno ancora di tempo") e che Kuzmanovic, prima alternativa a Medel e Brozovic, è ai box, aggiunto al fatto di come Mancini si sia convinto che Juan Jesus centrale della quattro sia rischioso (vedi sganciamento del brasiliano nel ruolo di terzino) e messo in conto l'impiego di Vidic (squalificato con il Parma, ha giocato Felipe con Juan, appunto, terzino) diventa plausibile la scelta del 3-4-1-2 con l'immissione sulla fascia sinistra di uno fra Nagatomo, con D'Ambrosio che figurerà a destra visto il forfait combinato di Santon e Campagnaro. In tal caso a centrocampo troverebbero spazio solo due fra Medel, Guarin e Brozovic (favoriti i primi due), con Shaqiri trequartista dietro la coppia Palacio - Icardi (rientrato dalla squalifica). Dovesse invece persistere il 4-3-1-2 il primo nome per sostituire Medel, Guarin o Brozovic sarebbe quello di Hernanes.
Questa la lista dei convocati di Mancini:
Handanovic, Carrizo, Berni;
Juan Jesus, Vidic, Andreolli, Ranocchia, Felipe, D'Ambrosio, Nagatomo;
Kovacic, Obi, Medel, Guarin, Gnoukouri, Brozovic, Hernanes;
shaqiri, Podolski, Icardi, Palacio, Bonazzoli, PuscaS
Qualunque giocatore Mancini sceglierà l'obiettivo principale sarà quello di tornare alla vittoria, che manca dalla trasferta di Cagliari: 23 febbraio, culmine di quella striscia di vittorie consecutive (3) che non arrivava da una vita e che sembrava aver fatto fare definitivamente il salto di qualità all'Inter. Da quel giorno i ragazzi di Mancini hanno raccolto tre pareggi (due casalinghi ed entrambi contro squadre presenti nelle ultime tre posizioni in classifica) ed una sconfitta. Nel caso in cui non dovessero arrivare nemmeno oggi i tre punti sarebbe eguagliata la striscia più lunga di partite senza vittorie in Serie A di quest'anno (5 partite), risalente al periodo in cui Mazzarri dette il cambio a Mancini. A mettere fine a quel periodaccio fu una vittoria contro il Chievo per 2-0, guarda un po' te, al Bentegodi.