Quinta di ritorno, 2-1 al Cagliari. L'ultimo sussulto dell'Inter è distante nel tempo. Da allora pareggi e sconfitte, l'ultima al Ferraris, rimpianti e promesse volate via, spazzate dal campo. L'Europa è distante, il campionato, ultima àncora a cui aggrapparsi per dare un senso positivo alla stagione, è una strada in salita, con dieci tappe, la prima quest'oggi, a San Siro. Il Parma, ormai retrocesso, al momento dal futuro incerto, fa visita all'Inter, dopo lo sgarbo dell'andata.

Mancini è ottimista, per indole, per ruolo. Vede il bicchiere mezzo pieno, osserva i progressi dal suo arrivo, lavora sui limiti, ancora ben radicati. Per lui, l'Europa è possibile, 60%, questo le possibilità che il tecnico da, ad oggi, ai suoi. Un fiume di fiducia riversato sull'ambiente, una pioggia di parole che puntano a confortare un gruppo in difficoltà.

Il Parma è l'avversario adatto, per momento e situazione. Vive in un perenne stato confusionale, appeso all'incertezza. Nella prossima stagione, quale destino? Dalla D alla B, tante le ipotesi, una figura importante, quella di Demetrio Albertini, al fianco dei curatori fallimentari. L'obiettivo è mantenere il Parma ad una quota importante, non intaccarne definitivamente il prestigio. Si cerca la soluzione giusta per conquistare la serie cadetta, ma c'è anche il campo, da onorare. Questo chiede Donadoni, un buon finale di stagione, aldilà del semplice calcolo numerico. Dimostrare che in A il Parma merita di stare.

In casa Inter, la situazione è diversa. Si lavora a pieno regime per il futuro, Thohir è pronto ad investire, anche senza Europa e il mercato è all'ordine del giorno. Chi c'è, deve conquistarsi la conferma, sul resto si lavora da tempo, perché questa è la rosa di Mazzarri, ma non di Mancini. Il tecnico vuole puntelli ovunque, anche a costo di qualche sacrificio doloroso.

L'Inter è pronta a svoltare, ma prima ci sono 10 partite, da vincere, fino a quando l'aritmetica non sbatte la porta in faccia ai sogni.

Il Parma è sì mestamente ultimo, ma proprio per questo merita rispetto, perché l'Inter deve vincere e convincere, riconquistare San Siro e posizioni, poi tirare le somme.

Un solo dubbio per il tecnico nelle ore che accompagnano alla partita, Felipe o D'Ambrosio dal primo minuto. La soluzione più accreditata porta all'esordio di Felipe, fuggito da Parma nel momento peggiore del club ducale, con Juan Jesus confermato a sinistra come con la Sampdoria. Ranocchia e Santon a completare il reparto. Guarin, Medel e Brozovic (tutti diffidati) in mediana, Shaqiri sulla trequarti, Podolski ad affiancare Icardi. Nagatomo in panchina, con Kovacic e Hernanes, Vidic e Icardi squalificati.

(Con D'Ambrosio in campo, Juan torna nelle vesti di centrale)

Donadoni medita invece di rilanciare Belfodil. L'attaccante, passato da Milano senza lasciar traccia, potrebbe essere il riferimento offensivo nel Parma odierno. Alle sue spalle pronti ad agire Nocerino e Varela. Jorquera in regia, ai lati Mauri e Lila, difesa a quattro con Cassani, Mendes, Gobbi e Costa. Tra i pali Mirante. Lucarelli fermato dal giudice sportivo.