Carrizo e Shaqiri, ruota attorno a questi due nomi la vigilia dell'Inter. La gara con il Wolfsburg è alle porte e Mancini deve risolvere non pochi dubbi di formazione. Tra i pali una certezza, Juan Pablo Carrizo. Gioca l'argentino e non Handanovic, Mancini mantiene intatte le gerarchie, in campionato lo sloveno, in Coppa l'argentino, aldilà di incertezze ed errori. La parabola di Carrizo è repentina, da eroe con il Celtic a "traditore" in Germania. Il passaggio maldestro a Juan da cui nasce il 2-1 del Wolfsburg, la posizione errata sul piazzato di De Bruyne, due mancanze che rischiano di porre una croce pesante sulle speranze europee dei nerazzurri.
Domani sera l'occasione del riscatto, Mancini si fida di Carrizo, non a caso al termine dell'incontro d'andata il tecnico sposta l'attenzione sull'intero reparto arretrato, sollevando parzialmente il peso della sconfitta dalle spalle del portiere. Il concetto di squadra alla base di un progetto, il singolo non può decretare bene e male, risultato e sconfitta, questo il pensiero del Mancio.
Da Carrizo a Shaqiri, elongazione del bicipite femorale della coscia sinistra, una settimana di stop, quindi niente Wolfsburg e niente Samp all'apparenza. La realtà è diversa, Mancini sogna il recupero lampo, troppo importante avere Shaqiri. Nel pomeriggio rifinitura e test chiave. L'impressione è che il tecnico voglia portare in panchina il giocatore per valutarne l'utilizzo a seconda dell'andamento della partita. Quasi impossibile averlo dal via, il sogno è poterlo impiegare in uno scampolo decisivo. Al suo posto Kovacic o Hernanes, l'Inter intraprende la via verso San Siro, serve un'impresa e l'approccio non è dei più fortunati.