Roberto Mancini si presenta alla stampa, alla vigilia della sfida con la Fiorentina. Il tecnico porta con sè indicazioni positive, maturate dalla crescita palesata nel recente periodo. Vittorie, gol, progressi sul piano del gioco. Resta da ritoccare l'approccio in determinate situazioni, la tendenza a complicarsi la vita nel reparto arretrato, concedendo occasioni in serie, come a Cagliari. Un errore da non riproporre contro l'undici di Montella, ricco di qualità proprio in zona avanzata. 

"Gioca un ottimo calcio, offensivo, si sta avvicinando ai livelli di Juve, Roma e Napoli. Ma qualcosa concede. Per noi è una partita un po' particolare, che arriva alla fine di un ciclo importante di partite. Speriamo che la squadra stia bene, sarà importante, ma speriamo anche che migliori, cercando di fare bene le cose che ancora sbagliamo. I difetti? Perdiamo palla troppo facilmente quando impostiamo e i centrali devono avere il coraggio di giocare uno contro uno e capire cosa può accadere, se loro migliorano in questo è un vantaggio, devono imparare a giocare uno contro uno senza paura".

Dopo il successo in Europa League col Celtic, l'arrivo di Felipe. Il mercato, in casa Inter, resta tema dominante, soprattutto in vista della prossima stagione. L'opzione Champions è viva, grazie alla via offerta dalla Coppa, ma nelle parole di Fassone e Ausilio emerge la necessità di far quadrare il bilancio, anche sacrificando pedine preziose. L'Inter deve autofinanziarsi, lasciando partire un pezzo pregiato. Il discorso cade quindi sui due papabili partenti, Handanovic e Icardi. Il tecnico sembra orientare le scelte del club "Meglio cedere un portiere o un attaccante? Nel mercato a volte capitano situazioni che oggi uno non pensa di avere e ci sono scambi che si possono fare. Se dobbiamo vendere qualcosa, potremmo vendere le sedie... Vediamo quello che si potrà fare, cosa presenterà il mercato più avanti. Certo, se hai un attaccante da 20 gol all'anno e lo perdi... Ma non è sempre così, può portare dei soldi che ti permettono di comprare 2-3 giocatori che migliorano la squadra ma poi devi trovare un altro attaccante da 20 gol, una squadra che vince deve avere attaccanti che fanno gol".

Dalle parole di Mancini si evince qualche cambio rispetto alla formazione scelta giovedì. Campagnaro favorito su Santon, Podolski pronto a far rifiatare Palacio "A Podolski chiedo semplicemente di segnare perché a Cagliari ha giocato molto bene, credo che sia stata la miglior sua partita. Shaqiri è giovane, recupera in fretta. Santon? Credo onestamente che adesso sia un po’ stanco, magari di testa più che di fisico. Kovacic non deve guadagnare posizioni nelle gerarchie interne, è uno dei miei preferiti. Magari semplicemente vista la giovane età bisogna stargli un po’ più vicino. Mentre Guarin è caduto dall’albero da un bel po’ di tempo, ha 28 anni, è maturo. Non so perché abbia faticato negli ultimi tempi". 

In chiusura, un elogio a Vincenzo Montella "Sono felice che Vincenzo stia facendo bene, ha una buona mentalità. Se ho imparato qualcosa anche da lui? Beh, innanzitutto mi deve ringraziare per tutti i gol che gli ho fatto fare alla Sampdoria (ride, ndr). Scherzo, è un allenatore giovane e si impara sempre anche dai giovani che spesse volte hanno idee migliori di tutti. Lui è pronto per allenare qualsiasi squadra, anche una che può puntare al titolo. Il Milan? Non so… Ma non perché lui non ne sia in grado, ma perché un allenatore giovane deve pensare prima di tutto al proprio bene scegliendo una piazza che lo faccia lavorare in tranquillità”.