Xherdan Shaqiri corre, si sbraccia, chiama i compagni, taglia e si abbassa. Sprigiona nei primi venti minuti una voglia di campo, di calcio, che contagia i compagni. L'Inter ne beneficia e si ristora alla sorgente di Shaqiri. Da una sua apertura, in contropiede, nasce l'espulsione di Krsticic, goffo nel toccare Icardi lanciato a rete. Tagliavento sventola il rosso e la partita prende la piega di casa.
Sale in cattedra Kovacic, Mancini urla ripetutamente indicazioni al croato, è da lì che deve prendere forma la manovra dell'Inter, dal genio superiore di Mateo. Il pallone è incollato al piede - a volte troppo, vedi il mancato assist a Icardi nella prima frazione - la testa gira veloce e ogni verticalizzazione strappa applausi. Dodò è perfetto nel tempo d'inserimento e i nerazzurri si procurano la massima punizione. Sembra serata stregata, perché Romero si tuffa basso e spegne l'urlo di Icardi.
Al riposo è ancora 0-0, con l'Inter che controlla la partita e la Sampdoria che si appoggia sulle larghe spalle di Okaka, provando a reggere l'urto con una formazione ampiamente rimaneggiata. Le seconde linee di Mihajlovic tengono il campo, ma Mancini ordina l'arrembaggio e scocca l'ora di Shaqiri. Podolski tiene palla in area, aspetta l'inserimento del compagno e lo serve sulla corsa. Per Shaqiri è poi facile appoggiare alle spalle di Romero.
Il raddoppio che griffa la partita è il simbolo della festa nerazzurra. De Silvestri è maldestro nel retropassaggio, Icardi si avventa, supera Romero e appoggia in rete, festeggiando la paternità. L'Inter avanza, con buone indicazioni e tanta qualità. Mancini si gode il quadrilatero offensivo, pensando al possibile equilibrio in partite più complicate. L'undici milanese è chiamato a reggere entità così offensive anche in campionato. Difficile rinunciare a qualcuno là davanti, impossibile togliere ora Shaqiri. La personalità dello svizzero, dai calci piazzati al giropalla, è evidente. San Siro si gode il colpo di mercato, Mancini sorride in panchina. Parte dal mercoledì di Coppa l'assalto alla A.