Rodrigo Palacio rientra a Milano, con una valigia di buone notizie. L'operazione, al momento, è fuori discussione, nessuna pulizia della caviglia, si procede con una terapia conservativa, chiamata a limitare il dolore e a garantire un'adeguata condizione in questo folto finale di stagione. Il gol con il Genoa è quindi il punto di ripartenza del Trenza, bollato come finito, dopo un Mondiale che mette a dura prova un fisico logorato dal tempo e dalla generosità.
Comincia in Brasile il calvario di Rodrigo, con una serie di infiltrazioni e cure specifiche, impossibile rinunciare all'ultima chiamata iridata. Il rientro è sofferto, la preparazione a singhiozzo, Palacio perde l'Inter e l'Inter perde un pezzo da novanta, una certezza dell'epoca Mazzarri. La rete resta lontana e Palacio scuote il capo, il pubblico, insofferente, mugugna.
Si sblocca Palacio, ma anche con Mancini corre a scartamento ridotto, gioca, ma il fastidio rimane, allora corsa in Olanda, con Volpi, a controllare il da farsi. Prevale l'idea del Mancio, si prosegue fino a giugno, poi si tirano le somme, sotto i ferri forse in estate, dopo un'altra analisi sull'evoluzione del dolore e della caviglia.
Palacio torna, non al meglio, e prova a ripendersi l'Inter.