Un'amichevole, a ranghi ridotti, in un clima di reciproca non belligeranza. Inter e Psg non si fanno male, mettono minuti nelle gambe e cercano di risolvere problemi lampanti in una stagione finora sottotono. I nerazzurri, in ricostruzione, provano a incamerare i dettami di Mancini, mentre i transalpini devono inghiottire il boccone Bielsa e le improvvise difficoltà in Ligue 1. Ne esce uno spettacolo modesto, non fosse per la cornice di Marrakech, una partita con pochi spunti e rare giocate d'interesse.
Si esalta Handanovic, non una novità. Si oppone a Ibrahimovic, chiudendo la porta a un Psg più pericoloso, lasciando uno spiraglio per Icardi, maldestro nel non concretizzare l'idea, geniale, di un Kovacic intermittente. In questi nomi si racchiude il futuro dell'Inter. Handanovic - Kovacic - Icardi, la spina dorsale di un gruppo necessariamente da definire. Si sogna Lavezzi e Mancini lo fa capire, senza mezzi termini, virando sul 4-2-3-1, modulo a lui caro, a cui però oggi mancano interpreti adeguati.
Bonazzoli si adopera con costrutto, faticando, senza puara, in mezzi a contratti milionari e celebrità affermate, Hernanes ritrova campo e sorriso, sulla trequarti, per la condizione non è ancora l'ora. Nella ripresa si riaffacciano anche Jonathan e Vidic, insieme a un manipolo di ragazzi, Puscas - Donkor - Palazzi - Camara - Mbaye, il match diventa un banco di prova senza pretese e l'incontro scorre via, sottotraccia.
Resta qualche indicazione interessante, ma l'Europa che conta è lontana, più di un gol. Decide Cabaye, nella ripresa, l'Inter rientra oggi in Italia, nella borsa due sorrisi - Handanovic e Bonazzoli - diverse lacune. Il 6 gennaio c'è la Juve.