Il 2014, in casa Inter, è il primo anno della presidenza indonesiana targata Erick Thohir, il primo anno, senza papà Massimo (moratti), a tenere il mano il timone della nave più pazza del mondo, di quest'Inter che della propria pazzia è consapevole al punto da cantarci su, da farne il proprio inno, che a proposito, solo quest'anno, è tornato a suonare a San Siro.
L'anno della guida tecnica di quel Walter Mazzarri che fu l'ultima scelta del presidentissimo, e che dalle parti nerazzurre di Milano, almeno per un pò, non vogliono proprio sentir nominare.
L'anno dell'addio ai senatori argentini sotto il cielo di Verona, dell'addio ad "ironman" Zanetti, celebrato alla scala del calcio davanti agli occhi stupiti del capo indonesiano, che, quella notte, avrà capito cosa significa essere un'icona dalle parti di casa nostra.
L'anno che si apre con l'acquisto di Hernanes a gennaio, con Thohir che sborsa i primi venti milioni per far tornare grande questa mini-Inter. Ma i risultati sono scadenti, i nerazzurri aprono il 2014 con la sconfitta di Genova contro i grifoni rossoblù, e vengono travolti da un Juve superba, nella bolgia di quello Stadium che propio i nerazzurri ebbero l'onore di violare per la prima volta.
La prima stagione firmata Indonesia non è certo una poesia, ed il quinto posto finale dice che questo è il massimo che questa Inter può raggiungere. "Roba da matti"-verrebbe da dire- "è davvero questa l'Inter?"
L'estate a Pinzolo arriva e muore senza sussulti; i colpi di mercato non hanno nomi da "oscar", e tra un Vidic a parametro zero, ed un Osvaldo che non è quello Dzeko desiderato da WM e tifosi, il campionato in corso si apre con uno scialbo 0-0 a Torino, insomma, siamo alle solite! La prima vittoria nerazzurra in questa stagione, parla di un 7-0 bugiardo contro un Sassuolo imbambolato, che come l'anno scorso, si fa salassare dai meneghini.
Adesso, chiudete gli occhi e provate a ricordare l'1-4 subito a domicilio contro il Cagliari, ed il 3-0 di Firenze, ci riuscite? Di sicuro, a riuscirci bene sarà il mago Walter Mazzarri, che se già prima di allora non era visto di buon occhio, da quel momento in poi diventa il principale indagato per il "delitto Inter". La condanna, per il tecnico livornese, arriva dopo il pareggio contro il Verona, e udite udite, a tornare a Milano è proprio lui.. M... no! Non esageriamo adesso, l'altra M per adesso, sta a Londra, e sembra proprio starci bene. Alla Pinetina torna Mancini, perchè certi amori, fanno solo dei giri immensi, poi, ritornano, e il Mancio torna proprio alla vigilia della stracittadina, il derby della Madunina, che mette di fronte il meglio (del peggio) del nostro decaduto campionato. 1-1, non male come inizio.
Ma i limiti della rosa emergono immediatamente, e dopo la batosta capitolina contro la Roma, arriva quella casalinga e ancor più bruciante contro l'Udinese dell'ex Stramaccioni, che, a San Siro, sbatte in faccia ai nerazzurri tutti i loro limiti, che si palesano nell'attuale undicesima posizione in classifica, dove le uniche note dolci sono il ritorno al gol di Palacio, assopito da sette mesi e la rimonta di domenica contro la Lazio.
Saluta il 2014 l'Inter, e forse è meglio così. Dimenticare ed incrociare le dita, per un 2015 che se si aprisse con un Cerci ed un Podolski in più partirebbe già col piede giusto.
Tanti auguri, pazza Inter!