San Siro accoglie l'Inter, rinvigorita dai tre punti di Verona e di nuovo in corsa, in una A che procede, eccezion fatta per il duo di testa, a rilento, per l'ambita terza piazza che significa Champions e denaro fresco. Il Napoli di Benitez, nell'anticipo del giovedì, riprende la marcia, rilanciando una candidatura importante, tocca all'Inter, davanti al pubblico amico, rispondere presente. 

Match di cartello, perché a Milano arriva la Lazio di Pioli, costruita con sapienza da Lotito e Tare. Innesti mirati, senza ingenti esborsi economici. Colpi non di teatro, ma figli di un'accurata politica, vedi Parolo. Dopo un inizio avaro di risultati, un filotto, per salire fino ai quartieri alti. 

Mancini studia con attenzione l'undici da opporre ai biancocelesti, riabbracciando con piacere Hernanes. Fondamentale il brasiliano, per qualità e esperienza. Il lavoro con la squadra è completo. Resta da intuire la scelta del tecnico. Rischiare da subito il Profeta o armarlo a partita in corso? Il ballottaggio è con Guarin, ad oggi il maggior punto interrogativo dell'Inter.

Dietro, sul fronte esterni, possibile conferma per D'Ambrosio, unico in grado di assorbire con successo le due fasi di gioco. Pronto al rientro Dodò, Nagatomo verso la panchina.

Dubbio anche nel settore offensivo. Dopo la panchina di Verona, scalpita Osvaldo. Con Icardi di nuovo in palla, rischio esclusione per Palacio. Il Trenza, finora sempre sostenuto dal Mancio, potrebbe beneficiare di un riposo, lanciando con anticipo la volata verso la super sfida con la Juve in programma dopo le festività.